Elettromagnetismo e casa sicura
contenuti tratti della diretta-intervista di RigeneraLife a
Andrea Amato, tossicologo ambientale, esperto di vitalità ambienti e acque
Gli onnipresenti campi elettromagnetici, come le radiazioni solari, telluriche ci sono indispensabili, sono vettori di informazione ma anche di nutrimento.
Alcuni sono terapeutici, altri nocivi, creano disordini e malesseri al nostro corpo energetico, psichico, fisico.
In linea generale, i campi elettromagnetici rappresentano la vita perché sono movimento, dinamica, in grado di portare informazioni e benessere negli spazi e nei corpi. Alcuni vanno presi con attenzione, il corpo, infatti, è abbastanza in grado di “digerirli”, ma non più di tanto quelli artificiali. In questi casi occorre un aiuto.
Tanto per comprendere, l’elettromagnetismo studia l’interazione tra un campo elettrico e un campo magnetico.
Un campo elettromagnetico si propaga nello spazio e genera un movimento di cariche elettriche che oscillano da un punto all’altro generando un campo elettrico e uno magnetico. Il campo elettromagnetico rappresenta una forza che un corpo esprime su di un altro a causa delle cariche elettriche. La radiazione elettromagnetica è la modalità con cui questa energia si propaga nello spazio.
Se ne parla sempre più perché aumenta la loro pericolosità, negli ultimi quindici anni è cambiato enormemente il loro campo di disturbo e di aggressione.
Viviamo una vita estremamente elettrificata, piena di ausili, bisogni, domotica spinta, etc… ma possiamo contare su maggiori conoscenze rispetto al passato che mettono in grado di gestirla al meglio.
Cosa troverai in questo articolo:
Come si manifestano i campi patogeni?
Abbiamo parlato di una realtà elettrificata, di campi artificiali ma non dobbiamo neanche sottovalutare quanto esprime il terreno, le radiazioni del sottosuolo – sotterranee, da faglie, da respirazioni telluriche – che, in qualche modo, interagiscono col corpo non in una forma ordinata. È vero che ci vuole più tempo per trasformarle rispetto a una radiazione elettromagnetica artificiale ma anch’esse possono creare problemi.
E poi c’è la vastità di aggressioni esterne e interne che impattano il corpo.
All’esterno abbiamo i ripetitori di telefonia mobile, i tralicci dell’alta tensione, gli inverter, le centrali elettriche, etc. A questi si aggiunge ciò che creiamo all’interno delle nostre case, che spesso è superiore alle aggressioni esterne: cellulari, router, cordless, sistemi di domotica e comunicazione esagerati, ciabatte elettriche sotto il letto, il divano…
Tutto questo rischia di far diventare la nostra casa un’enorme jungla di radiazioni elettromagnetiche.
I sintomi, l’impatto sulla salute
I disturbi sono di vario tipo. In generale, le radiazioni vanno a colpire i nostri punti deboli e creano due grandi famiglie di sintomi.
Le radiazioni elettromagnetiche compromettono la produzione di melatonina causando un cattivo sonno, sinonimo di scarsa rigenerazione e recupero, con danni conseguenti.
Altra situazione pericolosa è per il sistema immunitario, il cui funzionamento a pieno regime può essere limitato o addirittura annullato in certe condizioni di radiazioni intense. La conseguenza è una scarsa capacità di recupero e di difesa.
Anche solo l’impatto su questi due macrosistemi crea fastidi e disordini enormi.
Dal malessere dell’abitante di una casa è possibile risalire al tipo di aggressione che egli subisce nel suo spazio, e viceversa, da quello che viene rilevato nel suo spazio ai possibili disturbi.
Esistono tabelle di corrispondenza tra le tante frequenze possibili e gli svariati impatti sulla psiche e sul fisico.
Nell’acquisto di una casa, a casa si dovrebbe fare attenzione?
Bisogna valutare che la casa non si trovi sotto un elettrodotto, nei pressi di fili dell’alta tensione. Anche se la legislazione prevede dei limiti di sicurezza, di fatto, questi non sono stati osservati nell’edilizia del passato.
Intanto, i ripetitori per i cellulari è possibile evitarli finché saranno visibili, prossimamente, potrebbero diventare molto piccoli e perciò difficilmente individuabili.
A chi intende acquistare una casa nuova, consiglio di interpellarci amichevolmente per una prima valutazione. Infatti, da un’analisi satellitare e geologica, siamo in grado di formulare un parere sulla macrozona, per capire il livello di criticità e se vi sono margini di miglioramento.
Per rilevare le radiazioni del sottosuolo ci serviamo delle informazioni derivanti dalle carte geologiche ma occorrono anche altre percezioni, poiché gli strumenti fanno fatica a rilevare certe emissioni che il corpo allenato degli operatori è in grado avvertire. L’operatore è una radio accesa su varie sintonie capace di determinare i parametri che conosce.
Relativamente alla parte elettromagnetica gli strumenti disponibili sono abbastanza evoluti e permettono di misurare tutti i possibili aggressori, finanche la ionizzazione dell’aria, che indica se l’ambiente è ossidato e ossidante.
Rendiamo partecipe la persona di tutto il processo di installazione strumentale evidenziando la situazione del momento e i possibili rischi per la salute.
C’è da dire che non sempre associamo i nostri malesseri all’ambiente in cui viviamo, tendiamo piuttosto a motivarli con i motivi più disparati…
Cosa può fare chi la casa ce l’ha già?
Alcune persone ci interpellano per via dei malesseri di cui soffrono, ma anche, semplicemente, per fare prevenzione, oppure per valorizzare le potenzialità di uno spazio, non necessariamente per risolvere problemi.
Spostare letti, comodini, etc non è sempre possibile ma già può fare molto la consapevolezza nel risanare le cattive abitudini.
L‘analisi dell’habitat dura circa tre ore. I bambini sono straordinari nel comprendere il senso delle misurazioni e amano essere partecipi.
Mostriamo alle persone come cambiano i valori, e l’aria, spostando dispositivi, cose, dimostrando che può migliorare addirittura la respirazione, la percezione.
Ci sembra fondamentale sempre individuare e fornire soluzioni, persino in situazioni critiche.
Alcune soluzioni
Oltre all’educazione a farci il meno male possibile, in alcuni casi è necessario inserire strumenti di trasformazione. Le piante hanno una grande capacità di condensare i disturbi elettromagnetici. Anche noi dobbiamo farlo in qualche modo, non potendo piantare una selva di cipressi o di bambù nelle nostre case.
Nella mia azienda abbiamo messo a punto e progettiamo strumenti che sfruttano la rete elettrica per trasformare/risolvere la gran parte dei problemi legati alle radiazioni elettromagnetiche nocive.
Nel caso di problemi non risolvibili adottiamo dinamiche diverse. Per comprendere, se abbiamo una fuga di gas o tappiamo il gas o apriamo le finestre, con lo stesso risultato.
Le alte frequenze ormai fanno parte della nostra comunicazione, non possiamo eliminarle, ma dobbiamo fare in modo che ci sia una circolazione energetica molto importante nello spazio affinché il corpo non trattenga le frequenze. Noi essere umani siamo in grado di assorbire grandissime cariche elettromagnetiche, ma è fondamentale riuscire ad espellerle. Non camminiamo più scalzi nel terreno come un tempo, per cui l’assorbimento rimane e stagna nel nostro corpo. Per questo, dobbiamo fare in modo che l’elettromagnetismo venga trasformato immediatamente, come è nella dinamica della vita. Non possiamo vivere isolati, in uno scafandro…
Elementi naturali come i cristalli possono darci una mano?
I cristalli sono grandi accumulatori e possono assorbire l’elettromagnetismo, ma la pulizia, la rigenerazione sono importanti. Quando si satura il cristallo rilascia e rischiamo l’effetto inverso a quello desiderato.
Le pietre possono aiutare il corpo a reagire ma la cristalloterapia è una disciplina precisa e va utilizzata con criterio.
È fondamentale unire la fisica quantistica con le conoscenze degli antichi che si erano occupati egregiamente di questo argomento.
Tutte le soluzioni devono passare per la trasformazione, trasformare il problema per creare una realtà diversa, come fa il corpo, come fa la Natura. Ogni trasformazione porta un guadagno, una soluzione.
Questo è il contenuto della diretta RigeneraLife con Andrea Amato, tossicologo ambientale.
CONSIGLI utili
Il cellulare non va messo sul comodino. Pur avendo un campo di interferenza non enorme, 80 cm -1 mt, è fortemente sconsigliato avvicinarvi la testa. Le modalità silenziosa e aereo non sono efficaci poiché i cellulari hanno app e funzioni che si aggiornano durante la notte creando frequenze altissime, pur di millisecondi, ma che mandano in tilt il nostro sonno che cerca affannosamente quei 15 minuti di profondità. Rischiamo risvegli frequenti, anche completi, che possono renderci già superattivi di notte, in questo caso abbiamo sicuramente ricevuto una frequenza altissima. Se non possiamo evitare di tenere vicino il cellulare è bene tenerlo a una distanza di almeno un paio di metri lontano dal nostro corpo, senza neanche metterlo in carica poiché anche il caricatore in funzione impatta. La criticità è sempre la vicinanza della testa.
Caricatori, trasformatori sono potenziali fonti di peggioramento della qualità del nostro sonno.
Le ciabatte per le prese nascoste sotto al letto creano un campo elettromagnetico pazzesco, come rilevato dal “body volt” che misura l’elettricità che assorbiamo.
Le ciabatte anche solo collegate e spente originano un campo elettromagnetico, che cresce se sono accese o vi si collega un dispositivo. Vanno tenute lontano dal nostro corpo in ogni caso.
Anche il forno a microonde è fortemente sconsigliato, poiché carica elettromagneticamente ogni cibo e bevanda che, una volta ingerito, causa un’intossicazione capillare.
Non c’è soluzione, va evitato.
Nella nostra realtà così caotica, l’onda wi-fi in sé non è tanto impattante, mentre lo è il router che la produce che, in modalità wi fi, ha un campo di 2-3 metri molto intenso. In una camera da letto, nei pressi della scrivania o del divano diventa un grosso problema, gli strumenti che lo rilevano vanno, infatti, al massimo della loro misura.
È pur vero che il router in modalità non wi-fi non crea disturbo. Va usato in modalità ethernet, acceso solo per scaricare dati e spento di notte. Insomma, utilizzato di giorno e con parsimonia.
Lo stesso vale per il cordless: è come avere un ripetitore per i cellulari in casa! A differenza del router, infatti, irradia tutto l’appartamento. La versione eco degli ultimi anni, a bassa emissione, può essere una soluzione, il campo di 80 cm-1 mt che crea non procura grandi fastidi.
Staccare la corrente dal generatore servirebbe molto ma poi… come si fa per il frigorifero?
In fase di ristrutturazione, possono essere usati dispositivi chiamati disgiuntori che staccano la corrente solo nelle stanze dove si dorme.
Il passaggio della corrente elettrica, infatti, può dare problemi. Vi sono disturbi da dirt electricity una delle fonti più pericolose di inquinamento, che, è nella rete elettrica ma può uscire dalle sorgenti, dalla luce, da un monitor, dalla tv, da un impianto hi fi.
Diventa qui utile il disgiuntore.
La funzione hotspot del cellulare usata come router è la peggior soluzione possibile, andrebbe usata solo in emergenza. Crea, infatti, un campo di frequenza breve fortissimo tra noi e il cellulare, il pc assorbe la frequenza, noi fungiamo da ponte. È difficile rimanere concentrati con un campo così forte perché il corpo, sotto aggressione, va nella soglia adrenalinica, che impedisce un pensiero centrato, logico. Mal di testa, tensione agli occhi, stanchezza, compaiono già dopo una mezz’ora. E poi, con l’hotspot si lavora male, non si riesce a mantenere l’attenzione.
Un adattamento utile può essere quello di tenere il cellulare il più lontano possibile, almeno al limite della connessione.
Gli auricolari bluetooth lavorano a una frequenza di ricezione molto alta e li indossiamo vicinissimi alla centralina, per questo, vanno usati solo per necessità e per tempi brevi.
Il vivavoce sarebbe la soluzione migliore. Con filo o senza filo? Sempre preferibile col filo.
contenuti tratti della diretta-intervista di RigeneraLife a
Andrea Amato, tossicologo ambientale, esperto di vitalità ambienti e acque