Sintomi, l’altra faccia del benessere
Estratto della diretta-intervista al dott. Matteo Penzo,
Medico, Docente, esperto nelle connessioni Mente Corpo
Cosa troverai in questo articolo:
- 1
- 2 Cos’è la salute?
- 3 Cosa sono le emozioni e cosa scatena la nostra percezione?
- 4 L’acufene
- 5 La Biologia è una scienza, dimostrabile, ripetibile e verificabile al 100%
- 6 Come possiamo ascoltarci al meglio?
- 7 Cos’è la malattia?
- 8 Amarsi senza sentirsi sbagliati…
- 9 Gli adolescenti, pur vivendo una fase critica della loro vita, non hanno grandi sintomi…
- 10 I genitori
Cos’è la salute?
La medicina è un’arte volta a ripristinare lo stato di benessere dell’individuo, che è uno stato totalmente asintomatico, di benessere psichico, non solo mentale, ma reale, nel senso che egli si sente bene emotivamente e fisicamente, senza sintomi o dolori.
Per usare un’arte va conosciuta la scienza che la sottende.
La scienza della medicina si chiama Biologia, e si basa sui due pilastri della fisica e della chimica. La Biologia è l’unica in grado di indicare esattamente dove e come è iniziato il processo di malattia e perché, i punti di partenza di ogni terapia.
Se l’origine della malattia non è nell’organo che si va ad aggredire in maniera chimica, mediante radioterapie o altro, non si fa altro che provocare choc inutili.
Ugualmente, quando si mettono in relazione le malattie del colon all’assunzione di carne rossa. Qui si vanno a demonizzare le proteine animali, fondamentali per l’essere umano, ovviamente, nei modi giusti. Basti pensare al fatto che per digerire alcune forme tumorali, il tronco e il cervelletto usano le proteine animali, anche da derivati come latticini o uova.
È fondamentale non perdere di vista l’origine della malattia, dominio assoluto della Biologia, l’unica in grado di indicare come un laser perché e quando ci si ammala e cosa è successo a un certo punto della vita. Nessun ramo della medicina – che è un’arte unica – è in grado di fare questo!
Ci si pone solo domande del tipo: fare o no l’omeopatia/la chemioterapia, il cortisone, etc?
C’è da dire che viene totalmente trascurato il vero significato della parola “cura”, che, dal sanscrito, è “prenderti la responsabilità del soggetto che hai di fronte”. Ciò non vuol dire imbottirlo di chimica, di raggi, e anch’egli deve assumersi la responsabilità della sua malattia. Biologicamente ogni malattia è un insieme di sintomi.
La Biologia non è una disciplina facile. Apprendere le 5 Leggi Biologiche può anche essere semplice ma applicarle nella vita pratica non lo è perché esse implicano che il soggetto compia azioni dirette a modificare quei parametri della propria vita che l’hanno portato ad ammalarsi. Se la vita lavorativa o relazionale lo ha condotto a quel punto deve, infatti, trovare il modo di uscirne. Però è più facile imbottirsi di pasticche, sciroppi, etc che cambiare primariamente le abitudini di vita relazionali!
Cosa sono le emozioni e cosa scatena la nostra percezione?
L’emozione è un termine abusato. In parole semplici, l’emozione è un’attività elettrochimica che il cervello genera affinché il soggetto che la percepisce possa compiere un’azione. Il nostro cervello elabora la realtà circa un secondo prima del nostro stato di coscienza. Se, ad esempio, ti sferro un cazzotto e la cosa non ti è gradita il cervello elabora una corrente elettrochimica affinché tu possa fuggire o tirarmi un cazzotto a tua volta, lotta o fuga. Una volta che ti ho toccato il contatto è avvenuto, punto. Tu senti il desiderio di mandarmi via o di colpirmi, e qui hai due possibilità: compi l’azione, dando sfogo all’emozione, o la blocchi. In quest’ultimo caso, il cervello è costretto a usare l’organo attivato, la spalla (per colpirmi) o la gamba (per fuggire), come mettere a massa quella corrente elettrochimica attivata.
Altro esempio. Se passi le tue notti con chi sta antipatico al tuo cervello, questo rimane nell’attività simpaticotonica di lotta o fuga per le 6-8 ore di sonno condiviso. Se poi trovi il modo di separarti da quella persona o di sistemare la relazione il cervello cerca di mettere a posto quella spalla la cui condizione per lungo tempo si era modificata affinché tu potessi eliminare quel rapporto. Il dolore alla spalla non è dovuto principalmente a cause come l’eccesso di carne, il fumo, etc ma al fatto che porti troppi pesi.
La spalla o il lato del corpo che porta dei sintomi conduce direttamente all’area del cervello attivata e al motivo del sintomo. La Biologia ci offre una mappa precisa al 100% del perché il soggetto si trova all’improvviso nella propria vita ad avere sintomi. E l’emozione non è altro che l’azione che il cervello vuole che tu compia dal punto di vista elettrochimico.
La percezione è ciò che il cervello ha avvertito in quel momento della realtà esterna o interna per sistemare un contatto, mentre l’emozione si genera a seguito del percepito.
Il vero problema è che il percepito non è del tutto nostro. Nella nostra scuola dedichiamo tutto un anno per comprendere come ciò che percepiamo ci appartenga solo in parte poiché la restante parte proviene dall’ovulo e dallo spermatozoo che ci hanno generati. In altre parole, noi sentiamo la vita in base a come ci hanno detto di viverla. E se ci ammaliamo per questo è un gran bel problema!
Se ci piace quanto viviamo, lo condividiamo, se non ci piace, il cervello non può tollerare quanto gli è sgradito e reagisce selezionando l’area più opportuna per risolvere un certo problema aumentando una corrente con un campo elettrostatico che porta direttamente alla spalla o alla zona del corpo che ci permette di reagire.
Il cervello ci tutela: percependo la realtà per ciò che è e spingendo la corrente nella parte del corpo collegata.
La relazione è il territorio che fa ammalare. Cito il caso di una donna con un adenocarcinoma arrivato quando aveva deciso di non stare più col marito, il cervello ha smesso di dare la spinta simpaticotonica, e ha cominciato la soluzione. Che senso ha aggredire solo l’organo colpito e non guardare all’area cerebrale che gestisce la mucosa uterina?
Non si guarda alla vita della persona che ha prodotto certi sintomi. Allo stesso modo, si cura la febbre senza sapere di che tipo è e cosa ha vissuto la persona per generare quella febbre.
L’acufene
L’acufene è l’attivazione del tronco o della sostanza grigia. Punto! Le nostre due orecchie hanno due funzioni diverse, ed è importante comprendere quale orecchio ne è affetto. Inoltre, va tenuto presente che l’acufene arriva quando l’orecchio smette di soffrire per un boccone sonoro che desidera avere e non ha, oppure per un boccone che è costretto ad avere.
Le persone non si prendono la responsabilità di cercare…
I medici prescrivono farmaci come ansiolitici o benzodiazepine anche solo tramite messaggio, laddove è necessaria una chiacchierata di un certo tempo con chi porta un dolore profondo, un’attivazione biologica. In questo modo, si toglie anche la dignità a chi chiede aiuto.
Nella Biologia, l’unica cosa veramente utile che può fare il terapeuta è portare la persona a prendere coscienza del suo sintomo. Qui finisce il suo lavoro e comincia quello del paziente, che dovrà poi agire.
Un acufene può essere dovuto al fatto che una donna, ad esempio, non tollera più la voce del marito. Qui ci sono due possibilità: elimina il marito oppure comprende perché la voce del marito (in questo caso l’orecchio sinistro), la percepisce come la voce di un predatore e perché l’orecchio sta in tensione nel sentirla!
Il terapeuta non può fare altro che condurre il paziente alla consapevolezza.
Spesso, però, ci si incastra nell’idea che non ci sono stati professionisti in grado di risolvere il proprio problema!
L’origine e la soluzione dei problemi sono in ciascuno di noi. Il bravo terapeuta è chi evidenzia questo, mentre la persona sceglie se tenerli o andare verso la riparazione.
La Biologia è una scienza, dimostrabile, ripetibile e verificabile al 100%
Vegetali e animali sono anch’essi, come l’essere umano, sotto le leggi della Biologia, con la differenza che l’uomo ha la consapevolezza di quello che sente, anche se questa diminuisce sempre di più per il fatto che egli si allontana sempre più da sé stesso.
La Biologia porta a sentire quanto non ci piace.
L’orecchio di destra serve per sentire le prede e quello di sinistra per sentire il predatore. A destra entra il boccone-suono utile per la vita, a sinistra quello che può salvare la vita.
Quando arriva, l’acufene è risolto, e questo vuol dire che è scomparso lo stato di tensione nel sentire il predatore. L’acufene è, infatti, un suono che non si vuol sentire perché lo si interpreta come ostile, da cui scappare. In questa ottica, l’essere umano recidiva vivendo il sintomo come un problema, cosa che non fanno gli animali!
Un lupo con una zampa rotta non si muove per 21 giorni anche se vede passare dei polli non li mangia finché non è in grado di alzarsi dopo che si è formato il callo osseo. L’intelligenza biologica, in generale, porta a stare fermi se duole un arto, per cui non ha senso prendere un antidolorifico o fare una seduta di agopuntura per poi andare a giocare a tennis. Il dolore ha la funzione di bloccare la funzionalità dell’arto affinché il cervello possa concludere la riparazione. L’animale intelligente non ci prova neanche a muovere l’arto ferito, l’umano, invece, si costringe a fare cose che non vanno bene per lui.
Animale e pianta vivono la cosiddetta malattia come un non problema.
Come possiamo ascoltarci al meglio?
Stando da soli, un’esperienza straordinaria da vivere di tanto in tanto!
Bisogna essere autentici per guarire. La Biologia è sì o no, mentre il mentale, la razionalità vanno a bloccare. Tuttavia non si può remare contro il cervello perché ha due obiettivi: che tu rimanga in vita e che la vita ti sia piacevole e, per questo, non può smettere di mandare segnali elettrici.
Se hai la vescica piena o altre impellenze fa in modo che tu le senta. È la Natura che vive in te, con te, e attraverso di te.
Non esiste il libero arbitrio, non possiamo prevedere nulla. Il cervello dà forma al corpo.
Le diagnosi devono avere rispetto del “padrone di casa”. La vitamina C non va sempre bene, ad esempio, può alimentare un tumore che è nella simpaticotonia. Anche i cannabinoidi sono sconsigliati in questo stato ma possono funzionare nella vagotonia.
Bisogna sapere in quale fase biologica si trova chi ha una patologia.
Cos’è la malattia?
È la multa che mi arriva quando passo col rosso. Non c’è giudizio! L’essere umano e la salute sono come una moneta: da una parte il benessere, dall’altra la malattia o un insieme di sintomi riconducibili a un’area cerebrale. La malattia, quindi, non è altro che uno stato diverso di salute, in cui, se da una parte ho tirato troppo, dall’altra devo sistemarmi. Il corpo non ti giudica: sei passato con l’autovelox? Va bene, paghi la multa. Ma se tu provi a corrompere il vigile, paghi anche la penale, tutto questo per non pagare la multa!
Come il silenzio è l’assenza di rumore, i sintomi sono l’altra faccia del benessere. Il due non esiste è tutto nell’unicità dell’essere umano.
Amarsi senza sentirsi sbagliati…
Prima di tutto conviene capire come sei “programmato”.
Quando comprendi cosa il tuo cervello vuole da te puoi solo seguirlo. E così diventi padrone di te stesso riuscendo a orientare le vele per esprimere chi sei.
Amarsi significa rispettarsi e permettersi quanto gratifica il cervello.
Gli adolescenti, pur vivendo una fase critica della loro vita, non hanno grandi sintomi…
Il colon è intimamente connesso col tronco encefalico, che si attiva quando c’è il percepito di qualcosa di sporco, di un’ingiustizia subita, che non si riesce ad eliminare.
Essi non hanno l’attitudine al perdono, vivono qualcosa lasciandola andare.
I bambini litigano e se le danno di santa ragione. Quando, invece, gli adulti litigano non smettono più. I bambini dimenticano, così facendo non trattengono quelle correnti elettrochimiche che non portano ad altro che a distruzione.
Stare incavolati vuol dire bere del veleno sperando che l’altro muoia. Il bambino non trattiene contrariamente all’adulto che rimane lì. Il bambino è più biologico.
Dietro un sintomo di rilevanza ci sono correnti che giocano tra loro per liberare il soggetto da una gabbia in cui si è confinato.
I genitori
Sono un trampolino di lancio verso la vita o la peggiore delle trappole che Madre Natura potesse creare. Soprattutto la madre, che tiene agganciato il figlio alla vita e al branco.
I genitori rappresentano uno schema di vita, una modalità di risposta alla vita che viene trasmessa.
Tutto dipende da come usiamo il patrimonio genetico che ci hanno dato per entrare in relazione con noi stessi e percepire l’ambiente esterno.
Il padre e la madre sono due illusioni che fanno stare nel benessere o nella malattia.
Estratto della diretta-intervista al dott. Matteo Penzo, Medico, Docente, esperto nelle connessioni Mente Corpo