Ayurveda, medicina della Vita
estratto della diretta con il Dott. Antonio Maranò
Medico, cardiologo, esperto in L.E.E., Medicina Ayurvedica, Diagnosi del polso, e Trattamento dolce dei punti Marma
Cosa troverai in questo articolo:
Come sono arrivato alla Medicina Ayurvedica…
Sono stato medico di famiglia per molti anni e riscontravo che, nonostante i valori normali delle analisi, le persone non stavano bene…
L’Ayurveda mi ha aperto un mondo offrendomi una chiave di lettura di quei sintomi aspecifici, considerati di poca rilevanza nella medicina occidentale, ma con un significato profondo. Grazie ad essa, finalmente ho una chiave di decodifica dei sintomi cosiddetti funzionali che in realtà sono un’anticipazione della malattia come la conosciamo nella medicina allopatica.
Permettetemi di raccontare una storia. Negli anni ‘50 dall’India arrivò a Londra un personaggio particolare, Maharishi, che, dopo essersi laureato in fisica aveva iniziato a diffondere la meditazione trascendentale. La insegnò anche ai famosissimi Beatles, cosa che gli diede grande popolarità. Aveva fatto in modo che venisse adottata una tecnica antistress già negli anni ’50 e oggi sappiamo quanto lo stress sia all’origine di numerose patologie croniche e degenerative.
Negli anni ‘80 Maharishi propose l’Ayurveda, medicina universale appartenente all’umanità, non indiana, ma fu ostacolato dal dominio inglese. Aveva recuperato e riorganizzato tutte le conoscenze antiche nell’ayurveda in modo che l’Occidente potesse accettarla affiancando la verifica del metodo scientifico per validare questa antica conoscenza.
Il termine ayurveda è composto da ayus che vuol dire vita, e veda che indica la conoscenza o la scienza. Ayurveda, quindi è la Conoscenza della vita, dell’intera durata e degli aspetti ad essa connessi. Secondo Maharishi la vita ha due aspetti, quello esterno, che viviamo quotidianamente, e quello interno legato alla nostra natura, alla nostra anima, spiritualità. Entrambi devono essere tenuti in sintonia per non correre il rischio di perdere il legame di base della nostra salute.
Altro aspetto importante dell’Ayurveda, sostenuto anche dalla medicina occidentale, è l’aspettativa di vita di oltre 120 anni, traguardo a cui si dovrebbe arrivare in salute, con la finalità di morire sani. Purtroppo così non è perché non riusciamo a vivere appieno la nostra esistenza lasciando subentrare la malattia, che ha radici complesse.
L’ayurveda si basa su tre testi fondamentali, parte integrante della letteratura vedica. È importante tenerlo presente perché ormai l’ayurveda è diventata di moda tramite i massaggi, i trattamenti, anche i digiuni o la pratica del vomito, eseguite, purtroppo, senza cognizione di causa quando si perde di vista il collegamento con le fonti, questi tre testi appunto, che non sono di facile interpretazione e, per questo, richiedono l’aiuto di medici indiani esperti.
Non si sa quando siano stati scritti perché nella cultura vedica la conoscenza veniva tramandata oralmente. In essi, si parla, nella forma di un dialogo tra saggi, della comparsa nell’umanità della malattia e della sofferenza, che non esistevano nelle epoche precedenti.
Altro concetto fondamentale per approcciarsi all’ayurveda: l’individuo è fatto di corpo, mente e spirito (atma), se non c’è un flusso di informazioni tra questi tre aspetti la salute si altera.
La salute non è qualcosa di scontato ma qualcosa che va mantenuto.
L’ayurveda si rivolge sia a chi è malato sia a chi la salute vuole mantenerla, e si distingue in otto grandi branche.
La Salute…
secondo l’OMS:
“la salute è uno stato completo di benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e infermità”. Un bellissimo traguardo ma da cui siamo lontani. In questa affermazione manca, però, l’aspetto spirituale perché nella nostra cultura abbiamo separato il fisico dallo spirituale.
Secondo l’ayurveda la salute è:
quella condizione in cui i principi metabolici (Dosha), i tessuti (Dathu), la digestione intesa in senso molto ampio (Agni= fuoco) e l’eliminazione (Mala) funzionano in modo ottimale ed in cui la mente, i sensi ed il sé (Atma) dell’individuo sperimentano continuo benessere (SS Sutr, 15,38).
Decisamente una definizione più completa che unisce aspetti fisici, psicologici e spirituali!
Spieghiamo sinteticamente questi termini per comprendere come si instaura la malattia.
Nell’approccio dell’ayurveda ai problemi della salute il medico tende a focalizzarsi su cosa fare per recuperare la salute, non sul problema ma sulla sua soluzione perché non esiste la salute e la malattia ma il fatto che ogni giorno conduciamo una vita dove ci avviciniamo alla malattia o alla salute. Quindi, guarda alle strategie da attuare per recuperare la salute.
I concetti di base
Atma, il sé individuale. Anche la scienza occidentale si sta interessando al tema della coscienza, dell’anima, tutti termini diversi per esprimere lo stesso concetto.
L’atma per la scienza può essere identificato come il campo unificato delle leggi di natura oppure, come afferma Nader Butto, un campo quantico di informazione, di conoscenza. L’anima è un campo di informazione che governa la nostra fisiologia.
I dosha (principi bioenergetici di mente e corpo che determinano la costituzione psico-fisica di ogni individuo) sono dei principi fondamentali alla base della nostra costituzione psico-fisica, sono costituenti fondamentali della creazione perché tutto l’universo è fatto di spazio e aria, fuoco acqua e terra. La combinazione in modo diverso di questi elementi va a costituire i dosha.
Ognuno di noi ha una costituzione percentuale specifica dei dosha che caratterizza l’individualità.
I dosha sono vata, pitta e kapha
Per fare un esempio, un soggetto che ha una forte componente di vata, spazio e aria, nella costituzione è un soggetto che va incontro a problemi come l’ansia, l’insonnia, è longilineo con articolazioni e vene evidenti, tende alla magrezza, alla variabilità, etc. con le caratteristiche del vento.
I soggetti con una forte composizione pitta (fuoco) sono quelli con una cute chiara tendente all’arrossamento, con occhi verdi, sono precisi e, quando esagerano, sono pignoli, ossessivi, sono facili all’irritabilità, all’ira, alla gelosia.
Qui parliamo di caratteristiche sia fisiche che emotive.
Il soggetto Kapha, con componente acqua e terra predominante, è ben strutturato, con un fisico pesante, con caratteristiche di lentezza, pacatezza, buona memoria, paziente, ma quando si aggrava, tende alla letargia, all’inattività, all’aumento di peso.
Agni (principio di trasformazione, fuoco digestivo, metabolismo) si riferisce all’aspetto della digestione, del metabolismo, della produzione di calore.
Nell’ayurveda la salute fisica, psicologica e mentale dipende soprattutto da un buon agni. Tutto quello che non digeriamo sia fisicamente che psicologicamente crea tossine, ama.
Le tossine possono essere sia fisiche – e portano artrosi, diabete, arteriosclerosi, etc – sia mentali, il cui eccesso favorisce la depressione, le malattie neurologiche degenerative.
La finalità della digestione – metabolismo è quello di strutturare i tessuti, dathu.
Classicamente ci sono sette tessuti, la cosa interessante è che essi si formano in modo sequenziale, dalla linfa al sangue, al tessuto muscolare, poi a quelli adiposo, osseo, nervoso e riproduttivo. Se un tessuto non è ben strutturato anche il successivo ne risente, in ciascun passaggio c’è un processo di metabolismo e trasformazione.
Il concetto di agni investe anche questa strutturazione dei tessuti, che deve essere efficiente.
Ama, abbiamo detto, sono tossine sia derivanti dalla digestione incompleta o insufficiente sia dalle influenze esterne, ambientali, dagli stress emozionali e anche da un’eccessiva attività fisica. Alla base del buon funzionamento della fisiologia ci deve essere l’equilibrio, i dosha devono averlo, e questo dipende dal nostro stile di vita, dall’alimentazione, dalla costituzione.
Ama è un fattore importante di malattia perché una delle sue conseguenze è quella di ostruire i canali. Sappiamo che il corpo fisico ha più spazio vuoto che solido, ha una rete di canali, srota, che devono essere funzionanti perché vi deve circolare l’informazione, pensiamo ai neurotrasmettitori alle citochine. Abbiamo più familiarità con i canali grandi come le arterie, il coledoco che ci causa la colica, ma ogni cellula ha i suoi canali, che devono funzionare al meglio.
Questi concetti erano già presenti nella medicina greca, Platone già sottolineava l’importanza di curare anche l’aspetto spirituale, Ippocrate affermava che il cibo doveva diventare la medicina e indicava di cambiare le abitudini in quanto fonte di malessere o patologia, radice dei problemi.
Nella dinamica della genesi della malattia, un ruolo fondamentale lo ha “l’errore dell’intelletto”, ossia, la perdita del ricordo della nostra vera natura di individui dotati di un’anima collegata all’aspetto divino, la fonte di tutte le possibilità e l’intelligenza che, sulla base delle leggi di natura, regola il funzionamento della nostra fisiologia.
Se perdiamo questa connessione, manca il governatore della fisiologia, il primo step della patologia. Se ci pensiamo bene, quando non ascoltiamo i messaggi del nostro corpo facciamo un utilizzo anomalo del nostro organismo, dei nostri sensi, mangiamo o dormiamo troppo, introduciamo, attraverso i sensi e le esperienze, informazioni che non ci aiutano a star bene e acquisiamo uno stile di vita malsana. Questo perché abbiamo perso la nostra autoreferenzialità. Maharishi indica come rimedio la meditazione trascendentale, qualcosa di molto più ampio e profondo del noto effetto antistress.
Anche i fattori ambientali hanno un ruolo nella malattia, la stagionalità anche.
L’autunno, una volta, era la stagione delle ulcere e dei sanguinamenti, oggi ci sono i farmaci che tamponano, sono sintomatici e non agiscono sulle cause.
La primavera è la stagione delle allergie perché di inverno produciamo tossine anche assumendo cibo più abbondante e pesante, elemento di squilibrio dei nostri dosha.
Ci sono sei step prima di arrivare alla cronicizzazione e alla malattia.
La tecnica della diagnosi del polso
Metodica complessa dell’ayurveda che ho avuto il privilegio di apprendere, attraverso la palpazione dell’arteria radiale del polso, consente di avere informazioni sulla condizione dei dosha, dei tessuti e degli squilibri prima che si manifestino con la malattia. Importantissimo per l’ayurveda che ragiona in termini di prevenzione perché prima si interviene nel riequilibrio dei dosha più facilmente si arriva a contenere i danni dell’aggravamento risparmiando sofferenze e disagi.
A chi si rivolge questa medicina?
A chi vuole davvero prendersi cura della propria salute.
Premesso che occorrono informazioni appropriate, mi sono reso conto che non tutti vogliono cambiare per migliorare la propria condizione. Ovviamente, la cura di sé stessi può essere difficile per problemi pratici legati al lavoro, alla famiglia oppure ad altre complicazioni della vita quotidiana, ma al di là di questo, ci sono persone che stanno bene nella loro malattia, che diventa funzionale nella loro esistenza, per cui non hanno né voglia né desiderio di migliorare la propria salute, hanno quasi piacere a rimanere nel “corpo di dolore”. Per esse, malattie, esami, accertamenti sono oggetto di condivisione con amici, motivo di vita.
Le 80 malattie…
Testimoniano la validità dell’approccio dell’ayurveda, che elenca le 80 malattie causate da vata (paralisi, epilessia, problemi neurologici, malattie di cuore, etc…), le 40 causate da pitta e le 20 originate da kapha.
Anche la medicina occidentale ha scoperto l’importanza del microbiota intestinale. Esso è collegato a vata, dosha composto di spazio e aria. I dosha hanno anche sedi anatomiche, quella di vata è il grosso intestino che, se ci pensiamo, è la struttura con più aria.
Quando si aggrava, vata causa rumori nella pancia, che è gonfia, aria difficile da gestire.
Il grosso intestino sta assumendo una notevole importanza nella genesi di molte malattie perché è in funzione della composizione del suo microbiota intestinale.
Vata, quindi, attraverso l’intestino e la composizione del suo microbiota condiziona la nostra salute. Un concetto a cui siamo arrivati negli ultimi anni ma che gli antichi avevano già ben chiaro. Qualcosa di sorprendente perché oggi, ormai, si parla di microbiota anche per il diabete, per l’arteriosclerosi, le malattie neurologiche degenerative.
L’ayurveda pone l’attenzione non solo sul microbiota dell’intestino ma anche sul microbiota del cavo orale. Per questo ci sono pratiche, suggerimenti per prendersi cura del cavo orale. Guarda caso ci sono studi che mettono in correlazione la malattia paradontale con quelle cardiache, collegano il microbiota del cavo orale con le malattie neurologiche degenerative.
Concordo sul fatto di verificare in maniera scientifica i suggerimenti dell’ayurveda, misteriosi e incredibili per logica e capacità di analisi.
Tutti noi abbiamo tre dosha, rappresentati in tutti gli organi e in tutte le cellule, ma è l’equilibrio e le proporzioni tra essi a fare la differenza, come anche lo stile di vita, l’alimentazione, le abitudini.
In base alla nostra costituzione prevale uno dei dosha che ci rende più predisposti a certi tipi di problemi. Ad esempio, il soggetto con prevalenza di vata, sicuramente, da un punto di vista più psicologico, sarà predisposto all’ansia, all’insonnia, all’irrequietezza, all’instabilità emotiva; quello con prevalenza di pitta sarà più preciso e tendende alla rabbia; il soggetto kapha sarà più pacato, tranquillo, con buona memoria e, come gli altri, può aggravarsi.
I testi raccomandano per tutti la cura di vata perché è l’unico dosha dotato di movimento e, se aggravato, trascina nello squilibrio gli altri due.
Uno dei motivi di aggravamento dei dosha è il sonno perché la salute si basa su tre aspetti fondamentali, alimentazione, sonno e comportamento. L’alimentazione è più facile da comprendere ma il sonno lo trascuriamo, non diamo importanza all’ora di andare a dormire. È stato provato che anche il sistema nervoso ha un suo sistema linfatico che giusto si attiva intorno alle 22 l’orario consigliato dall’ayurveda per andare a dormire ai fini di una buona pulizia del nostro sistema nervoso centrale perché accumula tossine. Se non abbiamo un buon sonno in fatto di ore e qualità ci incamminiamo verso la malattia futura.
I problemi di salute non nascono dalla sera alla mattina ma anni prima, fino all’arrivo di una causa scatenante che la acuisce. Il raffreddore o l’influenza ci arrivano non per il colpo di freddo ma perché il sistema di difesa è già in sofferenza!
Il comportamento, terzo pilastro
Tutto è nutrimento per noi. L’ayurveda pone attenzione alle persone che frequentiamo, al rispetto per gli anziani, alle letture – aggiungiamo, ai video, ai film… – alle amicizie, al ritmo della giornata (all’orario in cui andiamo a dormire, mangiamo). Recentemente è stato conferito un premio Nobel proprio per la cronobiologia. L’ayurveda indica i ritmi da rispettare per mantenere in equilibrio tutti gli aspetti della quotidianità.
Più siamo autoreferenziali meno ci complichiamo la vita. Per questo, Maharishi insiste sulla meditazione, mezzo semplice ma potente proprio per recuperare questa autoreferenzialità.
Nel 1984, l’Oms lanciò il programma visionario “Salute per tutti per l’anno 2000” per la
valorizzazione dei sistemi di medicina tradizionale e incoraggiamento al loro utilizzo sulla base della considerazione che l medicina moderna è:
- Troppo costosa
- Ricca di effetti indesiderati
- Estranea al contesto socioculturale di molte nazioni
per permettere da sola il raggiungimento di un obiettivo così ambizioso.
Il programma è naufragato, ma resta il fatto che incoraggiava le medicine tradizionali come l’ayurveda, la medicina tibetana, la medicina tradizionale cinese, anche lo sciamanesimo, perché convalidate dal tempo.
Oggi, ad esse viene attribuita la specifica di medicine non convenzionali ma la vera medicina è quella che ciascun popolo ha verificato nel corso dei secoli. Certo, senza escludere l’importanza di una verifica col metodo scientifiche ma non meritano di essere trascurate.
estratto della diretta con il Dott. Antonio Maranò
Medico, cardiologo, esperto in L.E.E., Medicina Ayurvedica, Diagnosi del polso, e Trattamento dolce dei punti Marma