Costellazioni familiari, come funzionano
estratto della diretta con Elisabetta Burello
Operatore Olistico, Kinesiologa Emozionale
Cosa troverai in questo articolo:
- 1 Cosa sono e a cosa servono le Costellazioni
- 2 E se non si percepisce il “campo”?
- 3 Semaforo generazionale
- 4 Le modalità per fare le costellazioni
- 5 Si possono fare le costellazioni al posto di un altro?
- 6 Quanto tempo dopo la costellazione le cose della propria vita si sistemano?
- 7 Si può prevedere il futuro con le costellazioni familiari?
- 8 Si può capire la causa di una malattia?
- 9 Se non si conoscono genitori e antenati?
- 10 Con quale cadenza si possono fare le costellazioni?
- 11 E chi partecipa soltanto cosa ottiene dalla costellazione?
Cosa sono e a cosa servono le Costellazioni
Sono fondamentalmente un metodo di lavoro su sé stessi fra i tanti disponibili. Lo definisco straordinario perché ci offre un modo nuovo per vedere quanto ci accade.
È una tecnica portata alla luce da Bert Hellinger e ha a che fare con l’equilibrio all’interno dei sistemi familiari, che lui ha riassunto nella codifica degli Ordini dell’Amore, le regole, i principi su cui si basa il lavoro delle costellazioni familiari.
Si parla di Ordine in base al presupposto che quando si manifesta un problema nell’individuo o in un componente della sua famiglia c’è un disordine all’interno del sistema familiare, dove ognuno ha il suo posto specifico che non può essere occupato da nessun altro. E, quando, per qualche motivo, questo posto rimane vacante qualcun altro lo occupa creando il disordine.
Questo in sintesi. Ovviamente i disordini sono tanti e le costellazioni ci dicono che per comprendere perché siamo in un certo modo, perché ci succedono certe cose, perché ci ritroviamo in certi circoli viziosi e restiamo sempre nella stessa dinamica dobbiamo guardare a chi c’era prima di noi poiché, molto probabilmente, stiamo ripetendo il destino di qualcuno che è venuto prima.
Il concetto è: non sto bene perché non sto vivendo il mio destino ma quello di un mio antenato, di conseguenza, se non faccio quanto devo non fluisco in maniera armonica.
Questo destino di qualcun altro, Hellinger lo definisce irretimento ed è il caricarsi inconsciamente del destino di chi ci ha preceduto. Tutto questo è inconscio e magari ci nasciamo anche, perché potrebbe far parte del percorso necessario per realizzare chi siamo. Fino a che non sciogliamo questo nodo, l’energia non scorre in maniera fluida e sorgono svariati intoppi.
Le costellazioni servono a portare alla luce questi irretimenti e a riportare il giusto ordine delle cose secondo l’Ordine dell’Amore.
L’idea di fondo è che siamo tutti collegati, non solo tra viventi ma anche con chi è venuto prima di noi. Quindi nel momento in cui una persona decide di affrontare un problema con le costellazioni espone la sua tematica e il costellatore, in base ad essa, sa quali sono gli elementi da “mettere in scena”. Generalmente, quando si fanno le costellazioni per la prima volta si parte sempre da mamma e papà, i primi antenati.
Quando la persona si siede, nello spazio dove si fanno le costellazioni, scende il collegamento che unisce il campo familiare, quello che si chiama campo morfogenetico. Poi, la persona viene invitata a scegliere tra i presenti chi rappresenta il proprio padre, la propria madre, e sé stessa.
I presenti agganciano il campo morfogenetico della famiglia e si muovono seguendo i movimenti di questo campo portando fuori anche le specifiche emozioni in esso.
Gli ordini più importanti sono tre: l’Ordine di Gerarchia, per cui, banalmente, chi è venuto prima ha precedenza su chi è venuto dopo. Questo Ordine si manifesta, ad esempio, quando i genitori sono alle spalle dei figli. I figli che sono alle spalle dei genitori, invece, non stanno rispettando questo Ordine, per cui c’è qualcosa da sistemare. E questo vale anche per nonni e bisnonni, in scala, uno dietro l’altro.
Poi abbiamo l’Ordine di Appartenenza per cui nessuno dei membri può essere escluso.
Chi sono gli esclusi dei sistemi familiari? I classici esclusi sono i bambini non nati e di cui si è persa memoria. Oggigiorno si tende a comunicare un aborto ai figli successivi, ma in passato, per vari motivi, veniva omessa questa informazione.
Venivano esclusi i membri con disordini mentali perché portavano vergogna alla famiglia o quelli che avevano commesso qualcosa non in linea con i valori della famiglia.
A seconda di come si muove il campo il costellatore riesce a comprendere se c’è un escluso.
Nel caso più diffuso, se si tratta di bambini non nati, abortiti, lo sguardo è rivolto verso il basso come a guardare un morto. Si guardano i segnali.
Nel momento in cui si individua l’escluso, lo si riconosce e gli si dà un posto, reintegrandolo così nel sistema. Non serve sapere chi è, ma quando si individua questa energia di esclusione e gli si dà un posto si ristabilisce l’ordine.
Non serve avere tante informazioni familiari, le costellazioni non vanno capite perché chi ha fatto la domanda vede il movimento, anche se non lo comprende, vi entra e riporta l’ordine a livello dell’anima. Con le costellazioni si lavora proprio a livello dell’anima, il regno dell’incomprensibile alla mente.
E se non si percepisce il “campo”?
Se non si percepisce il campo che fa sentire parte della messa in scena vuol dire che si è troppo nell’attesa di sentire qualcosa , mentre nelle costellazioni l’invito alle persone che vengono chiamate a rappresentare i vari personaggi è quello di seguire il corpo.
Succede che qualcuno, la prima volta, si trovi in difficoltà, perché è mentale o perché ha paura di sbagliare. Ma se si chiudono gli occhi e si fanno un paio di respiri, ci si può rilassare e fare in modo che il proprio corpo si muova perché fa ciò che deve fare. Questa è proprio la prima cosa.
Il secondo step, che viene naturalmente, è percepire le emozioni, con un pianto, ad esempio, magari andando verso un altro rappresentante. Un segnale per il costellatore.
Fare un po’ di meditazione, rilassarsi, è importante ma un buon esercizio è quello di andare più volte alle costellazioni, accettare le difficoltà. È necessaria un po’ di pratica, ma possono farle tutti.
Semaforo generazionale
Chi viene prima ha la precedenza su chi viene dopo, i genitori sui figli, i fratelli maggiori su quelli minori, la coppia sui figli. Unica eccezione: una famiglia nuova che si crea ha precedenza su quella di origine.
Ci sono anche altre precedenze. I figli che nascono nella seconda relazione hanno la precedenza su quelli della prima famiglia.
Queste sono situazioni che vanno viste e che spesso mettono in difficoltà chi vorrebbe che le cose fossero andate diversamente.
Il terzo Ordine è la Compensazione tra Dare e Avere. I grandi danno sempre, i piccoli prendono sempre. I genitori danno ai figli, oltre alle cose materiali anche l’amore. I figli prendono, è un dono d’amore.
Non è facile la compensazione tra genitori e figli mentre nella coppia è più agevole.
Genitori-figli è l’unica relazione dove i figli non potranno mai restituire il dono della vita che hanno ricevuto. Ma come potranno allora bilanciare questo? Dando ai loro figli, e, se non li hanno, dando alla vita, mediante progetti, idee, etc..
Se nella coppia chi dà tanto è sfinito, chi prende, a un certo punto, scappa perché se interiormente sente di non riuscire a bilanciare quello che riceve se ne va. Tante volte le coppie si separano, e ci si chiede perché se c’era chi dava tanto. Per non avere un ulteriore squilibrio chi riceve tanto preferisce tirarsi indietro, anche se razionalmente si potrebbe pensare il contrario…
Un altro meccanismo turba parecchio l’ordine della Compensazione, quando i genitori considerano i figli non come “i piccoli” ma alla pari come nella coppia. Questo è un disordine, I figli non sono amici. Prendendo dai figli si impedisce loro di realizzare una coppia perché li si sta già tenendo in una relazione di coppia.
I figli prendono per definizione, per sempre, anche da grandi. Poi potrebbe accadere qualcosa che interrompe questo flusso quando il figlio si mette al posto del partner o del suo genitore, e comincia a dare, questo non funziona.
Mentre e Leggi Biologiche lavorano su un piano evolutivo dell’essere umano, le costellazioni lavorano a livello dell’anima evidenziando un dare profondo. Anche se un figlio va per la sua strada non smette di prendere dai genitori, semplicemente si rende responsabile del suo percorso e deve continuare a prendere amore e sostegno anche se fa scelte diverse e che i genitori potrebbero non approvare.
Le modalità per fare le costellazioni
Sono due: quella di gruppo e individuale. Quella originale nata da Hellinger è in gruppo, le persone sono in presenza, nel cerchio con il costellatore che legge il movimento.
Negli anni è stata sviluppata anche la modalità individuale, dove ci sono solo il costellatore e la persona che fa la domanda. È una costellazione più statica ma anche qua possiamo farla in due modi utilizzando dei pupazzetti, o anche oggetti a cui si dà un nome, oppure dei supporti che, opportunamente posizionati per terra, rappresentano le persone e su cui si sale per sentire cosa dice il corpo.
Ho adottato anche la modalità a distanza, in individuale o in gruppo, dove è possibile riportare il movimento del campo in presenza.
Una volta al mese tengo una serata di costellazione online, a cui si può partecipare tramite prenotazione.
Si possono fare le costellazioni al posto di un altro?
Tendo a non farle per il fatto che la costellazione è una scelta personale. L’eccezione è il caso in cui venga richiesto specificamente la possibilità di delegare un altro al proprio posto.
Quanto tempo dopo la costellazione le cose della propria vita si sistemano?
Nella costellazione si riflette il percepito di chi fa la domanda, è la persona che deve accogliere il movimento e i tempi dell’anima non sono determinabili.
C’è chi sistema dopo un mese e chi ha bisogno di ripetere la costellazione più volte.
C’è un tempo che si consiglia di mantenere sempre tra una costellazione e l’altra. Inoltre, c’è un tempo che io chiamo di riservatezza, per cui, dopo aver fatto il lavoro occorrono almeno tre settimane, per la “convalescenza”. Questo perché il lavoro è a un livello così profondo da poter essere paragonato a un intervento chirurgico che necessita di un periodo recupero. Un momento dove è utile che la persona rimanga con ciò che ha visto evitando di rimuginarvi per lasciarlo andare. Il rischio, se si parla con altri che non siano il costellatore è il giudizio esterno che può inficiare il lavoro fatto.
Si può prevedere il futuro con le costellazioni familiari?
No, ma possiamo utilizzare il movimento per fare dei test. Non si tratta di una costellazione ma ci si può orientare ad esempio, nel caso di una scelta, ma c’è da dire che quanto emerge potrebbe anche cambiare dopo qualche giorno.
Si può capire la causa di una malattia?
Si può vedere, non la causa ma se la malattia può essere legata alla dinamica di qualche antenato, quindi se può essere sistemica nel senso che indica la richiesta dal passato di rimettere qualcosa a posto.
Se non si conoscono genitori e antenati?
Non è necessario sapere, anzi, a volte meno si sa e meglio è per evitare interferenze mentali. Certo è che se si conoscono i fatti si possono avere riscontri. Le depressioni molto spesso, indicano le statistiche, sono legate ad antenati che sono stati in guerra o in campo di concentramento, perché indicano un legame con la morte. Ma non è detto!
In generale, non è necessario conoscere le vicende familiari ai fini della costellazione.
Con quale cadenza si possono fare le costellazioni?
Nel lavoro personale, non più di una costellazione al mese, anche per poterne vedere gli effetti. Se si vuole partecipare per aiutare gli altri, invece, non c’è limite.
È vero che la costellazione lavora nel profondo ma comunque è indispensabile portare concretamente il cambiamento nella propria vita.
Ho visto che le donne, generalmente multitasking, e che riescono ad avere il controllo su tutto, tendono ad essere meno focalizzate e capita, che per poter risolvere qualcosa, occorrano 5-6 costellazioni. Agli uomini, più focalizzati, ne può bastare anche una.
E chi partecipa soltanto cosa ottiene dalla costellazione?
Lavora anche chi non fa la domanda. Di questo ho continui riscontri. Per la legge di risonanza siamo attratti da chi ha una frequenza simile alla nostra, per cui la persona che scegliamo per rappresentare mamma, papà o noi, risuona con la nostra tematica, qualcosa che la riguarda e su cui dovrebbe porre l’attenzione.
estratto della diretta con Elisabetta Burello
Operatore Olistico, Kinesiologa Emozionale
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