Comportamenti biologicamente corretti
estratto della diretta col dott. Matteo Penzo
Medico, Docente, esperto nelle connessioni Mente Corpo
Separato, Abbandonato, Rifiutato sono tre comportamenti caratteristici nel branco, detti risentiti.
Il sentito è ciò che il cervello ti fa sentire dopo un secondo che ha deciso cosa devi sentire.
Il dolce, il salato, ad esempio, non si possono decidere, è il cervello che attiva determinate papille e fa sentire il gusto.
Il risentito è quella percezione che fa ri-sentire, ad esempio nelle relazioni, ed è una programmazione a monte.
Il cervello non fa altro che elaborare continuamente dati, che non sono altro che la percezione di ciò che accade all’esterno, in base ai quali il cervello fa sapere come lui sente la realtà.
Il risentito è, quindi, il risentire sulla base di una programmazione. Il “ri” implica un legame tra quello che sei stato dal concepimento ad oggi e che ti fa risentire la stessa sensazione. È fondamentalmente l’espressione fisica che passa attraverso una sensazione emotiva e che ti attraversa quando qualcuno ti saluta, ti abbraccia, etc. È come senti il contatto con un certo essere umano ma sulla base di come sei stato programmato a monte.
Non possiamo influire né sulla programmazione né sul sentito ma possiamo prendere atto di essi e cominciare a lavorarvi affinché la sensazione (arrabbiarsi, provare ansia, aver paura davanti a certe situazioni) venga modificata. Se poi arriva una malattia è ancora più importante agire.
Cosa troverai in questo articolo:
Separato. Abbandonato, Rifiutato
Sono tre schemi con cui la corteccia sensoria si struttura.
Una premessa: siamo il mammifero con la corteccia cerebrale più grande rispetto agli altri. Paradossalmente, l’elefante e la balena hanno un cervello più grande (60 kg rispetto a 1 kg e mezzo di quello dell’uomo) ma la corteccia, che comprende quella sensoria, è 60 volte più rappresentata nell’essere umano.
Cosa fa la corteccia sensoria continuamente? Registra i contatti che abbiamo con gli altri mammiferi perché per l’essere umano il contatto è lo strumento per acquisire l’identità di branco, che chiamiamo l’identità sessuale. Oltre alla difesa del territorio, è fondamentale sapere chi siamo per l’altro, e il contatto lo permette.
Il cervello, sin da quando siamo piccoli, più o meno dai 70 giorni dopo il concepimento in poi comincia a programmarci con uno dei risentiti più importanti.
Uno è il rifiutato ed è di chi, dalla fase in cui era nel grembo materno fino a 6 mesi-un anno di vita non ha sentito l’accettazione del branco, come se la mamma non l’avesse voluto (anche se può non essere così), non si sente parte del branco, e, per questo, la sua salvezza è stare fuori dal branco.
L’abbandonato, invece, ha sentito l’accettazione della mamma ma ha sofferto perché si è sentito abbandonato nei primi mesi di vita (non che la madre lo abbia fatto) e, quindi, la corteccia sensoria ha la sofferenza dell’appartenenza al branco.
Mentre il rifiutato tende a isolarsi dal branco, a vivere in periferia, l’abbandonato, avendo paura di perdere l’appartenenza al branco, tende a stare al centro e non riesce a stare da solo.
Il separato è chi ha registrato nella corteccia un contatto finalizzato, cioè ha integrato il contatto con la madre per avere il latte, le coccole. Il suo problema è che il contatto deve servire a qualcosa per cui non può essere fine a se stesso. Se viene abbracciato, ad esempio, il separato tenderà a pensare “chissà cosa vuole”. Applicherà questa sua modalità in tutti gli ambiti della vita, perciò, ad esempio, cercherà una casa dove avrà tutti i servizi utili vicino.
La corteccia struttura l’intera vita di contatto del soggetto, per cui le tre categorie di risentiti cercheranno relazioni che dimostrano e fanno loro ri-sentire ciò che sentono come programma di vita.
La paura
Non si può passare da una categoria all’altra, si possono solo smussare gli angoli.
Il rifiutato ha capito che per sopravvivere deve stare fuori, non deve sentire l’appartenenza. Se viene toccato senza il suo permesso, si irrigidisce e tende a tirarsi indietro. La paura, o meglio, la struttura conflittuale di quella corteccia è accettare un contatto senza il permesso, un abbraccio, una stretta di mano perché il rifiutato concede il contatto solo dove, come, quando vuole, esclusivamente secondo sé stesso.
L’abbandonato, invece, tende a cercare il contatto costantemente.
Possiamo immaginare i disagi che possono vivere in una relazione di coppia un abbandonato e un rifiutato: il primo vuole il contatto e l’altro lo rifiuta!
Questo perché per loro è una struttura di vita.
La paura per il separato è che un contatto non sia finalizzato, per cui deve imparare ad avere un contatto con l’altro senza un secondo fine, dove lo scopo del contatto sia il contatto.
Allo stesso modo, l’abbandonato deve imparare a stare da solo e il rifiutato deve sforzarsi di concedersi.
L’amore…
Il cervello lavora un secondo prima dello stato di coscienza e, quando genera “amore”, quello che prova l’essere umano è gioia e voglia di condivisione. L’azione di quella corrente elettrochimica che chiamiamo amore passa attraverso il percepito umano di gioia dove l’azione utile diventa la condivisione.
Nel branco
Il rifiutato fa fatica a comprendere il suo stratagemma di sopravvivenza, il suo obiettivo è uscire dal branco immediatamente, laddove l’abbandonato foraggia le discussioni pur di restare nel branco il più possibile.
Il separato risponde in maniera finalizzata: se stare in un branco gli serve a qualcosa resta, altrimenti fa come il rifiutato, si allontana velocemente. È il più mentalista delle tre categorie, è un opportunista, un manipolatore.
Le ferite del passato
Non ci sono ferite: il cervello ha due obiettivi, la vita e il piacere di vivere.
Il rifiutato ha uno stratagemma di sopravvivenza, la sua modalità, ha bisogno di sentirsi staccato perché non ha registrato l’appartenenza al branco.
Parlare di ferite è vedere un colpevole dove non esiste: per qualche motivo, nel grembo materno, si è configurata una corteccia sensoria di un certo tipo, un’omologazione funzionale per la vita. Un carcinoma duttale infiltrante in cui la donna ha la sofferenza da separazione (qualcosa che viene strappato dal seno) di sicuro è più facile che accada a un abbandonata o a una separata piuttosto che a una rifiutata perché per quest’ultima, la relazione termina con la sua interruzione. Sono gli abbandonati che continuano a farsi massacrare, anche a relazione finita, mentre la separata resta nella relazione se le è funzionale, magari per il valore sociale del partner, o per questioni materiali, etc.
Invece di ferita userei il termine programma, risentito o sentito.
Chi siamo dipende dai comportamenti dei nostri genitori?
Ciò che siamo non è tanto in base alle azioni dei nostri genitori quanto al loro percepito.
Siamo fatti di acqua e abbiamo una massa che genera corrente, per cui, quando la mamma sente qualcosa parte un’attivazione, prima elettrica e poi chimica, che va direttamente al feto. La chimica che produce la madre passa al feto dal cordone ombelicale. Noi sentiamo come nostra madre ci ha sentiti poiché lei è stata l’unico aggancio alla vita e al branco nei primi anni di vita, senza di lei saremmo morti.
Tutto dipende da come si è instaurato il rapporto che noi abbiamo col branco attraverso nostra madre, come lei ha sentito il suo rapporto con nostro padre poiché lui è il frutto del percepito di nostra madre, che potrebbe averlo sentito assente perché magari non era come lei voleva che fosse… Questo perché l’uomo non può essere assente, l’uomo c’è, sentirne l’assenza è il percepirlo tale. Ci sono persone che credono a un padre che non hanno mai visto.
Chi sei è sempre dovuto alla relazione che da piccolissimo avevi con tua madre, quando eri nella sua pancia, attraverso di lei.
Si possono avere due risentiti?
O non senti l’appartenenza al branco (abbandonato) o non senti l’accettazione del branco (rifiutato) e si vede subito perché il rifiutato quando cerca una casa si orienta verso la periferia, cerca sempre soluzioni lontane, anche le isole.
L’abbandonato vuole una casa in centro città e, se ha figli, coinvolge i vicini.
Il rifiutato tende a essere più longilineo, l’abbandonato più corpulento.
Non si possono avere entrambi i risentiti. È possibile aver smussato alcuni spigoli lavorandoci su per cui si vive un po’ meglio, si gestiscono meglio le relazioni. Biologicamente, infatti, sopravvivono solo gli animali che si adattano alla realtà.
Il rifiutato è facile che venga tenuto fuori dalle cerchie sociali per via del suo comportamento e questo non fa che rinforzare la sua tematica.
La scelta dei posti in una sala permette di individuare i tre risentiti: il rifiutato ai lati, sui bordi per stare fuori dal branco, l’abbandonato sceglie il posto centrale, il separato sceglie quello più funzionale per vedere, sentire, stare meglio.
ll più emotivo di tutti è il rifiutato, tende a fare da solo.
Il separato è molto mentale perché ha un obiettivo.
L’abbandonato è una via di mezzo perché riesce ad adattarsi, ma arriva a devastarsi pur di stare nella relazione, attiva i reni per il conflitto del profugo. Ma spesso le persone li tengono lontano perché troppo appiccicosi e, per questo, rinforzano la loro programmazione.
Tutto questo è indicativo non ha basi di scientificità.
Il rifiutato è essenziale, l’abbandonato prepara la cena per un esercito, tirerebbe fuori tutto,
il separato, se ha interesse, offre il meglio altrimenti, altrimenti, il minimo indispensabile.
La corteccia sensoriale si attiva quando abbiamo una separazione o un contatto sgradito. Al rifiutato non importa nulla della separazione perché vi è abituato, si concentra piuttosto sul contatto sgradito, una modalità che l’abbandonato attiva solo per la separazione (i contatti sgraditi non li conosce); il separato può fare l’uno e l’altro in base alla funzione che gli appare utile.
I risentiti nelle relazioni
Il rifiutato ha bisogno dei suoi spazi e dei suoi tempi e va preso così. Quando si è giovani questo può essere accettato, ma in una relazione stabile no, anche perché arriva a non tollerare il contatto con alcune parti del corpo. Può avere una relazione con un altro rifiutato se c’è sincronia.
L’abbandonato vive la relazione con un contatto eccessivo, non sempre tollerabile.
C’è la programmazione della corteccia e una psicobiogenealogica, per cui, se hai una struttura da abbandonato e i tuoi genitori ti hanno abituato a stare da solo, vivi male se non ci lavori.
Per rinforzare l’ego, l’abbandonato si ancora a qualcuno e gli resta attaccato, è un membro ideale per le sette perché nel gruppo sta bene.
Il separato vive la relazione solo se è funzionale a qualcosa.
I rifiutati e gli abbandonati stanno crescendo perché si tende a fare figli in maniera irresponsabile, con una mentalità da adolescenti.
Consigli per ogni categoria
Al rifiutato direi di farsi massaggiare per 4-6- ore ininterrottamente, da sconosciuti e di sesso diverso, per imparare a gestire il contatto più possibile. Inoltre, gli suggerirei di dare abbracci e accettarli ma ascoltandosi per verificare se si irrigidisce, di abituarsi a stare nel branco, nei centri commerciali, ad esempio, dove ci sono tante persone.
L’abbandonato deve imparare a stare da solo, abituarsi a sentirsi nella solitudine.
Al separato consiglio di farsi massaggiare dall’operatore che lo attrae moltissimo a condizione che il trattamento sia fine a sé stesso. Poi, di stare in una relazione al di fuori del bisogno che ci sia altro. Deve imparare la gratuità, fare qualcosa per l’altro senza un fine, un grazie, né un ritorno economico, solo fare, donare.
Sintomi tipici dei risentiti
Il rifiutato potrebbe avere tendenzialmente manifestazioni epidermiche da contatto sgradito, fino a vivere il contatto come un attacco insudiciante, nella parte esterna degli arti. Nei, vescicole, herpes, varicella, fuoco di S. Antonio, addirittura sclerosi, se costretto a stare dove non vuole.
La donna meno soggetta a duttali infiltranti, neoplasie da separazione da un soggetto è la rifiutata.
Il problema più grande dell’abbandonata è il sovrappeso, disturbi motori, se non riesce a star dietro a qualche situazione, di tiroide, se fa la chioccia di tutti (atteggiamento non biologico, come il sacrificio per gli altri).
La separata cerca uomini che “le servono” non che li ami, anche se poi arriva ad amarli.
Non ha un sintomo specifico.
estratto della diretta col dott. Matteo Penzo
Medico, Docente, esperto nelle connessioni Mente Corpo