Osteopatia biologica
E
stratto della diretta con Giada Maria Carla Carta
Osteopata, Operatore Olistico, Counsellor, esperta nelle 5 Leggi Biologiche
L’osteopatia è una professione sanitaria che guarda la persona nella sua interezza, con un occhio completamente diverso, non le sue parti, ma l’insieme di corpo, emozioni e mente.
Attraverso manipolazioni e trattamenti manuali cerca di riportare nella via dell’autoguarigione un corpo fisico, emotivo e mentale. Per uno sportivo, per chi fa fatica a digerire, per problematiche viscerali, temporo-mandibolari ma è anche utile per le donne in gravidanza, per i neonati con difficoltà di suzione per cui non riescono a nutrirsi correttamente dal seno della mamma.
Per me è importante che la persona ampli la sua visione con la consapevolezza della suo disturbo. Grazie alle Leggi Biologiche è possibile andare a monte del sintomo. Il dolore alla spalla, ad esempio, viene quando alzi la mano e dici la tua o prendi quello spazio che non ti sei mai permesso di prendere.
L’osteopata va a individuare la causa del sintomo, interviene su di essa per far sì che non si ripresenti, Non utilizza quei macchinari che potrebbe, invece, usare un fisioterapista per svolgere il suo lavoro prezioso per i trattamenti riabilitativi post operatori, per l’ictus, problemi cardiovascolari, polmonari.
L’osteopata lavora a monte perché non si presenti il problema!
Cosa troverai in questo articolo:
Non solo osteopata…
Ci sono persone che risolvono il sintomo con qualche trattamento e altre che portano anche un problema emotivo importante che produce recidive. In quest’ultimo caso può non bastare la figura dell’osteopata. Mi piace lavorare in team e, quando occorre, proporre alle persone altri professionisti esperti in ambiti più specifici, terapeuti, psicologi, esperti in Leggi Biologiche, etc.
Tutto dipende da chi ho di fronte: se la persona si accontenta solo di risolvere il problema o se desidera approfondire in base alla sua struttura e guardare oltre.
La Mappa dei Talenti e l’Albero genealogico
La Mappa dei Talenti evidenzia anche le dinamiche che la persona porta attraverso l’Albero genealogico perché l’informazione scende dai bisnonni ai nonni, ai genitori, ai figli.
Il pacchetto ereditario che i medici chiamano malattia ereditaria, in realtà è un’informazione precisa e la bellezza dell’albero genealogico è studiare il pacchetto informativo che ci è stato donato dai nostri nonni, bisnonni e genitori.
Ci sono dinamiche di vita ricorrenti, e attraverso l’Albero si riesce a riportare l’equilibrio tra i vari antenati, ciò che è fondamentale, per liberare noi, i nostri figli e nipoti.
La Mappa dei Talenti la uso con i miei pazienti. Durante l’anamnesi mi capita sovente di chiedere la data di nascita perché non è casuale, attraverso dei calcoli si può risalire alle nostre ferite più grandi, agli automatismi, etc… Ad esempio, la persona che risulta avere una ferita 7 è una che non riesce a fermarsi, ad annoiarsi, a godersi il relax, di solito, è molto mentale. Inoltre, è collegata al fatto che il tempo non è sufficiente, per questo è soggetta a problemi alla tiroide, che è la ghiandola del tempo. Chi non riesce a prendersi del tempo per sé affatica la tiroide. Un 5, per fare un altro esempio, chiede sempre la conferma, si svaluta, compensa con la megalomania, diventa super performante perché cerca un “bravo” dal padre. Altri numeri evidenziano altre problematiche.
Cerco di far comprendere a chi si rivolge a me che siamo un universo, non solo un corpo fisico, che abbiamo tutte le capacità di auto guarirci e che la mente va preservata. I nostri pensieri sono fondamentali: un’ottima salute mentale si ripercuote nel fisico.
L’anamnesi…
È fondamentale rendere l’ambiente il più accogliente possibile per chi si rivolge a me aspettandosi di essere ascoltato e ricevere indicazioni per il suo problema. Prima di tutto, va stabilito un rapporto empatico, per poi passare alle domande sugli aspetti fisici, fisiologici ma anche psico sociali, chiedo, infatti, il tipo di lavoro per capire se ci sono posture e consigli da dare, lo stile di vita per aiutare, anche con atri professionisti, per trovare una via adatta, più specifica.
Questa fase è molto importante anche per capire se ci sono problematiche non inerenti all’osteopatia, può essere necessaria, ad esempio, una risonanza magnetica, una visita specialistica, etc. Per me è importante mettere i confini come osteopata e come persona nel rispetto di chi si rivolge a me.
Il diapason
È un accordatore, ma anche uno strumento terapeutico.
Produce una vibrazione, un suono che, a seconda della frequenza, riesce a entrare nel corpo e a eliminare i blocchi che trova nella sua via, perché il suono è potentissimo.
Più il corpo è idratato più il suono (nell’acqua) va veloce e arriva esattamente dove deve arrivare. Pur avendo studiato le tecniche specifiche mi affido al suono. Uso il 128 hertz (che vuol dire che vibra 128 volte al secondo), è velocissimo, lo utilizzo per problematiche neuromuscolari.
Prima di trattare gli atleti con questo tipo di problema, vi posiziono il diapason.
Ci sono altre frequenze come la 136.1, la 432, per tanti altri utilizzi.
Il diapason è veramente speciale: crea un suono che va a cambiare il nostro stato emotivo e fisico. Ai miei pazienti dico che “vado ad “accordarli” perché siamo un’orchestra meravigliosa, il cui direttore in quel momento diventa il diapason, che va ad accordare e a cambiare l’assetto. Infatti, quando le persone si rialzano dal lettino, si sentono più leggere, stanno bene proprio a livello emotivo.
I trattamenti sonori col diapason, le campane tibetane sono stati studiati moltissimo nella loro straordinaria efficacia.
Chi preferisce il trattamento osteopatico classico, chi ama spaziare, a seconda di chi ho davanti utilizzo una delle tecniche della mia cassetta degli attrezzi.
Il diapason risuona di frequenze meravigliose che portano a una grande pace interiore.
La musica è guarigione. Anche il massaggio sonoro con le campane tibetane è magico.
Lo consiglio moltissimo.
L’intenzione decreta il successo della tecnica o del trattamento sonoro, quando si percuote il diapason e lo si posiziona sul corpo già entra in funzione. Si lavora in tanti modi su una persona. L’osteopata non ha protocolli rigidi ed il bello è che po’ spaziare.
Anche l’astrologia quantistica mi è di supporto.
Il trattamento va fatto in silenzio?
Io mi metto al servizio: se una persona ha bisogno di parlare, io ci sono e va bene.
Il lettino è come il lavatesta del parrucchiere, c’è chi ha bisogno del silenzio e chi vuol chiacchierare. Se però ci sono dei momenti del trattamento con tecniche importanti a livello del diaframma, del sacro, del cranio che richiedono il silenzio chiedo alla persona di concentrarsi per un po’ sulla respirazione.
Ciò che davvero si dovrebbe evitare è di parlare al telefono per il fatto che il corpo fisico “scompare” e il mio intervento si vanifica. È un momento sacro che la persona dovrebbe dedicarsi!
L’abitudine di accavallare le gambe…
È un vizio, una reazione automatica che evidenzia il fatto di non essere presenti a sé stessi.
Ci si dovrebbe sedere imponendosi di stare dritti sentendo il disagio di non poter accavallare le gambe.
Nonostante tutto, il corpo è perfetto e fa in modo di far cambiare la gamba accavallata per sistemare tutto, è il movimento della vita!
Estratto della diretta con Giada Maria Carla Carta
Osteopata, Operatore Olistico, Counsellor, esperta nelle 5 Leggi Biologiche