Microrganismi: alleati invisibili
estratto della diretta con Anna Franca Iannello
Architetto, esperto in Feng Shui
Sono ovunque, dentro e fuori il corpo. In estrema sintesi, i microrganismi sono gli elementi che attivano il processo di fermentazione, che, con la giusta temperatura, l’acqua e lo zucchero (senza entrare nello specifico) producono enzimi che danno caratteristiche specifiche a cibi e bevande. Kombutcha, sakè, tempeh, miso, fervida, etc sono tutti alimenti che hanno subito questo processo
I microrganismi hanno dimensioni di micron (un millesimo di millimetro, per avere un’idea).
Un libro molto chiaro che spiega come i microbi siano la chiave della salute, “I batteri della felicità”, che vi invito a leggere, ha il titolo originale in inglese di “10% umano” per indicare come il 90% del corpo umano sia fatto di microrganismi.
La loro massima concentrazione è nel corpo umano è nell’intestino, il loro peso è intorno ai 2 chili. Sulla pelle abbiamo il 25% di microrganismi. Sono quindi una presenza importante.
Interessante è l’interazione tra i microrganismi nei processi vitali e il ruolo che hanno nel corpo. Un esempio è la collaborazione simbiotica tra i pesci che vivono nel fondale marino e i microrganismi luminescenti. Questi ultimi vengono ospitati e nutriti dal pesce e, in cambio, producono la luce di cui ha bisogno il “padrone di casa”. Nel nostro corpo c’è lo stesso tipo di reciprocità.
Siamo stati abituati a pensare che in Natura valga la legge del più forte… dovremmo rivedere questa credenza perché il paradigma della vita è legato alla legge della maggiore cooperazione tra microrganismi e tutte le entità viventi, terreno, piante, etc.
I microrganismi, un mix di organismi piccolissimi di varie tipologie (lieviti, funghi, etc.) producono enzimi, micro laboratori, a forma di C, in grado di scomporre le molecole delle sostanze che, altrimenti, non riusciremmo ad assimilare. Vi è un enzima specifico per ogni sostanza: acqua, vitamine, ferro, etc. Per questo, è importante che la presenza di microrganismi sia la più variegata possibile, proprio per coprire tanti “laboratori” diversi. Potremmo nutrirci del cibo migliore ma, senza l’attività enzimatica specifica, uscirebbe così come è entrato senza alcuna utilità o beneficio.
Inoltre, i microrganismi riparano, tengono in buona salute tutti i villi intestinali, il luogo deputato all’assimilazione dei nutrienti, nella cui parte interna ci sono altri elementi che rappresentano la base del sistema immunitario. L’intestino è infatti la sede di questo sistema che, deve essere mantenuto il più attivo e funzionale possibile.
Un altro ruolo di prim’ordine i microrganismi lo hanno nella comunicazione diretta col cervello attraverso il nervo vago, il nervo più esteso, le cui diramazioni arrivano ai polmoni, al cuore. Questo tipo di comunicazione è bidirezionale, per cui un intestino in disordine influenza anche lo stato mentale e psichico. L’assunzione di antibiotici, talvolta indispensabile, però fa tabula rasa di microrganismi rigenerativi, degenerativi, o patogeni. Dopo una cura antibiotica, infatti, ci sentiamo provati, indeboliti, per cui diventa importante integrare con microrganismi rigenerativi.
Cosa troverai in questo articolo:
Una sostanza viva in una fialetta di plastica?
È un compromesso dei processi di produzione industriali. Grandi quantità che devono essere conservate impongono specifici trattamenti per cui i microrganismi perdono di forza. Restano, infatti, vitali quando sono nel liquido e alla temperatura simile a quella del corpo, se sono liofilizzati e tenuti in frigo sono limitati nell’azione. Bisogna fare attenzione nella scelta: una concentrazione alta, in soluzione liquida che può essere conservata a temperatura ambiente è l’optimum e può essere presa in considerazione.
Le tipologie
Possiamo classificarli in rigenerativi e degenerativi, che sono in piccola quantità rispetto a quelli neutri.
Se i microrganismi degenerativi superano anche di poco quelli rigenerativi la massa centrale dei neutri li aiuta, come avviene nel sacco dell’immondizia. Se, invece, sbilanciamo la quantità di microrganismi rigenerativi si ha il grande vantaggio che la massa centrale va a favore di essi.
Ciò vuol dire che basta veramente poco per mantenere un ambiente equilibrato nel corpo, nella pelle, nell’ambiente.
I microrganismi ci vogliono felici
Come si assimila il ferro per via orale? Un tema dibattuto. Per una scuola di pensiero l’assimilazione del ferro è in relazione ai microrganismi nel nostro intestino per cui va fatta un’analisi approfondita del microbiota dell’intestino. Un altro approccio, invece, pensa sia più utile mantenere una buona varietà di microorganismi rigenerativi perché la Natura si regoli di conseguenza.
I microrganismi sono delicati. Un pasto un po’ ‘più squilibrato rispetto al solito non ci fa sentire attivi, certo, ma anche i pensieri influiscono sulla salute del microbiota, ad esempio, se abbiamo preoccupazioni possiamo anche avere reazioni dell’intestino che non riusciamo a controllare.
Fare una sana attività fisica è utile, lo sappiamo, ma perché lo sia a livello dei microrganismi è necessario che venga svolta con un tono dell’umore elevato, perciò deve essere gradita, perché se diventa un pensiero stressogeno influisce negativamente sul microbiota.
I microrganismi ci vogliono felici per aiutarci!
Questo dimostra che il microbiota è altamente influenzabile in base al momento, per cui esami super specifici del microbiota non possono dare risultati attendibili perché la situazione può cambiare da un momento all’altro in base a quanto viviamo. Meglio sarebbe avere un inserimento di probiotici (un mix di microrganismi rigenerativi). Un ottimo probiotico con una varietà di microrganismi con l’enzima specifico può aiutare ad assimilare il ferro e altri nutrienti.
Facciamo chiarezza sui termini.
Il microbiota è l’insieme dei microrganismi sia rigenerativi che degenerativi, in cui si trovano anche piccole quantità di patogeni che concorrono a mantenere l’’equilibrio se non prevalgono.
L’insieme di microrganismi considerati unitamente al loro corredo genetico si chiama microbioma.
Probiotici sono solo microrganismi rigenerativi, che è bene assumere per mantenere la varietà di produzione enzimatica che permette di assorbire i nutrienti
I prebiotici sono alimenti che nutrono il microbiota, sono cibo gradito ai probiotici, i microrganismi rigenerativi, come l’inulina nei porri, nei carciofi, le fibre, indispensabili, di cui sono ghiotti e che li mantengono vitali e attivi.
Il pensiero ci porta là dove abbiamo più microrganismi che richiedono determinati nutrienti… c’è sempre una ragione ma, se i benefici sono minori rispetto all’azione di mangiare dolci, ad esempio, sta a noi invertire il processo, inserendo probiotici, prebiotici, virando verso le verdure, asparagi, aglio, cicoria, asparagi, porri, limone, alimenti con inulina, fibre, cereali integrali e antichi (di origine biologica, ovviamente).
Tra i cibi dannosi c’è l’alcol.
Possiamo anche agire sull’equilibrio dei cibi yin e yang e sui pensieri.
I fermentati
Ci sono due tipi di fermentazione: acetica e lattica. Alla base ci sono sempre i microrganismi ma il tipo di fermentazione è in relazione al processo aerobico (in presenza di ossigeno) oppure anaerobico (in assenza di ossigeno).
La fermentazione alcolica è quella della birra, del lievito… Nel fervida c’è un fungo, lievito che attiva il processo di fermentazione, l’amido presente viene scomposto in zucchero e quest’ultimo in anidride carbonica che origina le bollicine. Questa è la fermentazione alcolica.
In quella lattica ci sono sempre i batteri che scompongono i carboidrati in zucchero ma c’è anche il latte, che, in presenza di ossigeno, porta al lattato, in assenza di ossigeno all’acido lattico, che viene usato come conservante naturale.
Lo stesso processo lo abbiamo nel nostro corpo, se facciamo attività fisica in assenza di ossigeno, respiriamo male, abbiamo i crampi, acido lattico che si accumula nei muscoli e li contrae. Se facciamo attività aerobica, usiamo meglio la respirazione, produciamo lattato e i muscoli non sono indolenziti.
Respiriamo anche attraverso la pelle. Il 25% dei microrganismi del nostro corpo è nella pelle, attorno a bulbi piliferi. La cellula di Langerhans produce cellule di tipo T per il sistema immunitario ed è collegata all’espressione comune della percezione “a pelle” che spesso dichiariamo su persone e cose. Se arricciamo il naso questo ci dice che siamo entrati in contatto con delle muffe, molecole non sane. Dobbiamo fare attenzione a ciò che respiriamo. Il detersivo che toglie il 99,9% dei batteri dai nostri vestiti lascia le sue molecole nei tessuti che poi, a contatto con la pelle, elimina anche i microrganismi che abbiamo su di essa impoverendola. Sarebbe utile lavarli con probiotici, microrganismi rigenerativi, e con essi pulire anche la casa in modo da rendere benefico anche quanto respiriamo.
Possiamo utilizzarli anche nell’intonaco per evitare le muffe che instaurano processi degenerativi. Ci sono enzimi specifici che producono ossigeno gestendo l’umidità nell’ambiente e nelle murature, trasformano la molecola dell’acqua, sviluppano due gas tra cui l’ossigeno che è un potente “disinfettante.
A Microbia il museo laboratorio di Amsterdam, ci si può rendere conto della quantità di microrganismi esistenti, che non vediamo ma che respiriamo.
I microrganismi rendono anche vitale il terreno aiutando la pianta ad assimilare nutrienti rendendola più forte e ricca, la stessa funzione che gli enzimi hanno nel nostro corpo. Un cibo trattato con i probiotici è più vitale.
Altra azione importante di riflesso dei i microrganismi è il fatto di dare vitalità non solo al terreno ma anche all’ambiente perché concorre alla creazione dell’equilibrio a livello degli insetti, delle piante autoctone, di quelle ad alto fusto.
Spesso è più utile inserire microrganismi rigenerativi probiotici per il terreno per armonizzare l’azione aerobica e anaerobica dei microrganismi. Non si deve sconvolgere troppo il terreno per mantenere questo equilibrio sia a livello radicale che della robustezza della pianta in modo che possa difendersi al meglio dai patogeni. Senza nessun trattamento chimico ovviamente. Allo stesso modo, nell’umano un sistema immunitario forte lo rende meno attaccabile dai patogeni.
Più debole è la pianta più si è costretti a ricorrere ai trattamenti chimici.
La Natura è maestra, basta osservarla per imparare.
Si usano per tutto…
I probiotici possono essere usati come detersivi, detergenti, nell’orto… Si pulisce casa e poi si versa l’acqua utilizzata nell’orto dove i microrganismi proseguono la loro azione. Nessuno spreco, ogni elemento è utile a quello successivo. Anche gli intonaci trattati con gli enzimi possono essere riutilizzati nel terreno una volta dismessi.
Tutto parte dalla terra e tutto torna alla terra. I microrganismi ci insegnano a cooperare per l’utilità comune, non ci sono vittime.
estratto della diretta con Anna Franca Iannello
Architetto, esperto in Feng Shui