Un “Albero” che guarisce
estratto della diretta con
PsicoBiogenealogia, Metagenealogia, Tarologia
Conoscere il proprio passato, le proprie radici è fondamentale. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma tendiamo a ripetere situazioni ed eventi che appartengono alla storia della nostra famiglia.
Riconoscere, studiare e comprendere le proprie radici diventa, secondo me, un elemento imprescindibile per scoprire e mantenere una centratura difficilmente raggiungibile in tempi come quelli che stiamo vivendo che minacciano la nostra identità.
Guardare indietro permette proprio di capire il nostro presente in generale, ma soprattutto ciò che siamo all’interno delle nostre storie familiari. Se avessimo i diari quotidiani dei nostri antenati ritroveremmo gran parte della nostra giornata-tipo su un piano fisico, emozionale, per non parlare delle dinamiche relazionali.
Cosa troverai in questo articolo:
- 1 La PsicoBiogenealogia
- 2 Seguire l’istinto
- 3 Lavorare sull’albero genealogico
- 4 La ricerca dei dati
- 5 Come si integra l’albero genealogico con l’analisi psicologica?
- 6 Quali problematiche si possono affrontare?
- 7 Molti strumenti…
- 8 L’integrazione con i Tarocchi
- 9 Come ci influenza l’albero genealogico?
- 10 Se c’è stato uno stupro tra gli antenati…
La PsicoBiogenealogia
È un approccio ideato da Antonio Bertoli basato sulla teoria degli archetipi primari per l’analisi della persona non solo da un punto di vista autobiografico ma anche come elemento e ingranaggio di un sistema familiare inserito all’interno di 3-4 generazioni.
La novità di questo approccio rispetto alla psicogenealogia più tradizionale, anche di stampo francese, è proprio l’introduzione dell’aspetto fisico e sintomatologico, per cui anche i sintomi fisici vengono osservati e analizzati all’interno di un sistema. L’individuo non è più tale a sé stante ma fa parte di un sistema familiare. Vale a dire, non io e la mia vita ma come la mia vita viene influenzata nella realtà dagli accadimenti e dagli eventi della mia famiglia.
Sono poi entrato in contatto con la Metagenealogia anche di stampo jodoroskiano e, in particolare, di quella diffusa da Maria Costa, che ha un approccio diverso. Entrambi gli approcci però lavorano proprio su sul sistema familiare a 360 gradi.
Un sistema ripete, nella maggior parte di casi, tutti gli elementi che sono rimasti in sospeso, relazioni, traumi, cioè tutto ciò che non è stato digerito, elaborato dall’inconscio familiare. La ripetizione diventa la possibilità evolutiva di dare una risposta differente e integrare una nuova strategia.
Il lavoro è proprio quello di andare a riprogrammare e a integrare delle informazioni già esistenti nel sistema che però magari hanno una funzione più limitante, quindi, dinamiche, eventi percepiti vengono tramandati di generazione in generazione con l’obiettivo di inserire la creatività attingendo al proprio potenziale.
Seguire l’istinto
Diventa pericoloso! È pur vero che più siamo coscienti più ci possiamo fidare chiaramente del nostro istinto, ci sarà sempre una parte che comunque ci spingerà verso quello che possiamo chiamare la nostra autenticità Ma esiste anche una forza all’interno del sistema e anche all’interno di noi che ci spingerà alla ripetizione proprio con l’intento di farci risolvere determinate questioni. Perciò, seguire l’istinto dipende da come siamo messi in un equilibrio tra una forza creatrice e una forza ripetitrice perché l’istinto a volte ci porta proprio in quelle situazioni che servono al sistema per andare a risolvere, per ripetere, sostanzialmente.
In letteratura vi sono casi lampanti di incidenti sul lavoro che si ripetono nelle varie generazioni, magari in sindrome di anniversario con gli antenati che hanno vissuto una specifica situazione.
Lavorare sull’albero genealogico
Serve, innanzitutto, il desiderio di entrare in un terreno che può essere delicato, e poi occorrono dei dati. Io lavoro su quattro generazioni. Ovviamente più informazioni ci sono rispetto alla propria famiglia, anche proprio su un piano razionale, più si avrà la possibilità di osservare certe dinamiche, certi schemi, ripetizioni, etc
Per me il lavoro sull’albero è un processo, non si finisce mai di conoscersi, di lavorare sulle proprie radici. È chiaro che più vado a scavare a fondo più riesco a toccare i nodi.
Non deve spaventare l’assenza di dati – nel caso di orfani, di archivi andati in fumo, etc. – si lavora ugualmente perché comunque la nostra vita già rispecchia quanto è successo in passato. Il lavoro sull’albero è soprattutto di tipo emozionale, la mente e i dati servono come spazio di accesso. Tendiamo a essere molto razionali, mentali, vedere nero su bianco ci aiuta ma il vero lavoro è entrare nella traccia emozionale di quell’antenato e di quell’informazione ereditata che continua a lavorare su di noi e in noi.
La ricerca dei dati
Ci sono modi per bypassare la necessità dei dati ma è anche questione di esperienza di chi propone il lavoro. Pensiamo che le famiglie siano tutte diverse, in realtà, le informazioni matrice delle famiglie restano un po’ sempre le stesse. Le famiglie sono come degli organismi che si concretizzano anche in forme estremamente creative e affascinanti.
Una buona ricerca dati su quattro generazioni è già un lavoro, il sistema si muove e reagisce perché già stiamo portando l’attenzione, sostanzialmente dentro di noi e, comunque al sistema.
Anche la mancanza di informazione è un’informazione, i buchi negli alberi rappresentano zone d’ombra. E qui entra in campo l’esperienza. Nel tempo mi sono accorto degli schemi, delle modalità anche attraverso i nomi, le date di nascita. Si lavora, infatti, sulle informazioni che prendono campo in noi a tutti i livelli. Comunque, possiamo mettere mano e giocare con esse su un piano emozionale, simbolico e con un’azione fisica.
Stiamo parlando di informazioni, esattamente come l’astrologia, la numerologia, la tarologia, etc, di come le muoviamo e le materializziamo.
La data di nascita parla di informazioni e della nostra struttura come esito dell’albero genealogico di quattro generazioni. Attraverso di essa possiamo comprendere le informazioni per cui il sistema sta cercando di reintegrare o risolvere.
Il tema natale ha una precisione diversa, contempla anche la latitudine e longitudine, il meccanismo è simile, ha solo un dettaglio diverso di informazione. E così anche lo human design, sono tutti modelli che, se validi, sono coerenti tra loro. La mappa è semplice, veloce, immediata e si sposa benissimo col lavoro sull’albero genealogico, diventando una base per esso.
Come si integra l’albero genealogico con l’analisi psicologica?
In maniera eccellente perché amplia la visione prendendo in considerazione tutto il sistema familiare, non solo nel triangolo classico figli genitori, fa risparmiare tempo (e soldi) perché mostra i temi principali in maniera veloce.
Ovviamente, la comprensione immediata non implica la risoluzione ma questo strumento può essere un validissimo alleato per la psicoterapia, che negli ultimi tempi si orienta sempre più verso l’approccio sistemico.
Quali problematiche si possono affrontare?
Qualsiasi! Il lavoro sull’albero è indicato per rimuovere blocchi e resistenze in campo professionale, relazionale, ma anche problemi legati ai sintomi fisici, che possono anche risolversi.
Per fare un esempio, capita che i nipoti e i pronipoti di coloro che hanno combattuto durante le due grandi guerre e che sono stati sottoposti ai gas venefici, soffrano di patologie respiratorie in uno specifico periodo.
Sapere cosa è successo in passato può aiutare nei disturbi fisici, ma resta sempre il fatto di come il sistema ha percepito e vissuto una determinata realtà, come il cervello ha registrato gli accadimenti della vita.
Qualsiasi tematica può essere affrontata con l’albero. Se battiamo la testa su temi come la realizzazione professionale, la vita di coppia in cui agiamo con copioni che non sono nostri, finché non li vediamo è più difficile sganciarsi da una certa forma di ripetizione e percezione della realtà. C’è un’energia maschile e femminile e un albero non è altro che un insieme di coppie e quando l’equilibrio tra esse si altera si inceppa il meccanismo con ripercussioni all’interno dell’energia maschile e femminile e di noi.
Poi, come manifestiamo questo dipende da come è specializzato il sistema, alcuni sistemi lo sono maggiormente su aspetti materiali, altri su quelli relazionali o addirittura elementi che devono risolvere quella tematico proprio per “incarico”. Ogni membro dell’albero ne ha uno differente.
Le azioni permettono di andare a rompere un equilibrio e cambiare l’informazione che abbiamo, è sul nostro quotidiano che possiamo agire, non possiamo passare tutta la vita a indagare sugli antenati. Dobbiamo muoverci come adulti superando la sottomissione a mamma e a papà.
Gli strumenti che utilizziamo servono per bypassare delle forme di resistenza, un po’ come ingannare l’inconscio, ma è il cambiamento nella propria vita nel quotidiano che trasforma il paradigma.
Molti strumenti…
Le costellazioni familiari sono uno strumento per lavorare sull’albero, e, come tutti gli strumenti, dipende da come viene utilizzato, dalla consapevolezza che viene messa in campo. Alcune delle sue modalità sono le stesse della psicogenealogia, ma il lavoro specifico sull’albero parte dalla costruzione dell’albero fisico per entrare in un aspetto razionale per poi addentrarsi in quello emozionale.
Per me c’è sempre una nozione di mistero, è un delirio del bambino pensare di risolvere, ci sono esperienze in cui bisogna passarci dentro. Anche perché ci sono altri livelli che vanno oltre il sistema familiare, l’albero genealogico ne è uno abbastanza denso di informazioni.
L’integrazione con i Tarocchi
È un altro strumento per lavorare sulle informazioni che l’albero ci trasmette.
Considero i Tarocchi compagni di viaggio, li uso anche in base a chi ho di fronte, per capire quali informazioni sono prevalenti. Hanno una struttura archetipica, quindi, in 22 Carte, se parliamo degli Arcani maggiori, ho tutte le possibili manifestazioni dell’essere e di un’informazione. Le utilizzo, ad esempio, quando non ho informazioni sull’albero o quando si hanno domande, ma riportandomi sempre nel territorio della famiglia, nelle rappresentazioni di quelle figure, come sono state registrate nella persona e, soprattutto, come le informazioni si muovono in essa.
La cosa che mi stupisce è che il Tarocco è vivo, non cristallizzato, né fermo e permette sempre di vedere aspetti in movimento.
Con i Tarocchi si fa lo stesso lavoro dell’albero ma in una forma più analogica, meno razionale, col mondo del simbolo, del sogno. Non si tratta di cartomanzia.
Portano sempre una risposta, soprattutto se utilizzati come uno specchio in cui osservarsi più che vedere l’altro.
I Tarocchi sono un modo geniale che permette di lavorare operativamente con le informazioni attingendo ad esse e muovendole.
Come ci influenza l’albero genealogico?
L’albero ci influenza nella nostra totalità, a livello intellettivo, emozionale, materiale, creativo, sessuale. Siamo in balia di un sistema familiare e non solo. Viviamo in un’epoca di manipolazioni, perciò diventa cruciale la consapevolezza e la coscienza per non esserne trascinati.
L’albero ci influenza attraverso determinati tasti, quelle dinamiche a cui siamo più sensibili, ad esempio, del senso di colpa, del senso del dovere, di fedeltà al clan, etc. È sempre poi un mix di questi agganci. Non è l’albero che ci influenza ma siamo noi ad esservi dentro, non dobbiamo demonizzare il sistema, e l’obiettivo è proprio andare a ripulire…
Se c’è stato uno stupro tra gli antenati…
Nel caso dello stupro si apre un mondo, l’abuso, infatti, non è solo sessuale ma è anche costringere una donna a fare tanti figli. Come tutti gli eventi traumatici che possono portare conseguenze, dipende da come sono collocato nel mio sistema. Se sono quello deputato a ripetere in maniera precisa quella situazione, anche io subirò un abuso. Oppure posso avere tematiche nella relazione, legate all’identità. Non abbiamo solo una informazione, ma un “abito” su cui si inseriscono più questioni.
L’abuso risveglia o viene da altre tematiche ed è un mix di esse con la parte più visibile sull’abuso. Posso ripetere o vivere in maniera meno densa questa informazione, su un piano relazionale, economico, dell’identità.
Tuttavia, man mano che si avvicendano le generazioni aumenta il livello di consapevolezza rispetto agli antenati.
Oggi c’è più possibilità di accesso e di lavoro sulle informazioni. Il sistema sta già guarendo.
Posso essere l’elemento che mette più ordine al sistema, anche per quel poco che posso fare individualmente.
L’auto realizzazione diventa un’informazione che si passa a un figlio, a cui si trasmette il fatto che è possibile.
Quando si porta l’autenticità ne godono tutti gli elementi del sistema. Basta un gesto d’amore per sanare l’intera generazione.
estratto della diretta con
PsicoBiogenealogia, Metagenealogia, Tarologia
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