L’energia del piede
estratto della diretta con
Fisioterapista, osteopata, riflessologo plantare, esperto in Leggi Biologiche, Floriterapia, Medicina cinese, Medicina integrativa unificante. insegnante yoga
Le dita dei piedi hanno una funzione ben precisa, a partire dalla forma, che aiuta a comprendere inestetismi, cambiamenti o blocchi energetici. Questi ultimi sono legati a organi specifici che esprimono una particolare energia, infatti, l’informazione della psiche, non percepita e vissuta, modifica e altera il funzionamento dell’organo. Perciò, lavorando sul piede si va a scaricare il serbatoio energetico accumulato nell’arco della giornata.
Cosa troverai in questo articolo:
Ogni dito del piede ha una sua caratteristica
L’alluce ci dà la direzione, rappresenta la nostra energia, la vitalità, lo shen, che deve essere assolutamente espressa. È necessario fare in modo che, attraverso uno spostamento, un cambiamento, tutte le altre dita del piede, di conseguenza, vivano un equilibrio. Prendiamo il problema dell’alluce valgo: quando una persona non esprime la sua direzione, i suoi talenti, l’alluce comincia ad avere una torsione verso il 2° dito, si chiama melluce, ed è legato alla famiglia. È la razionalità che deve emergere da questo dito, che se non riesce a esprimere la sua funzione può diventare possessivo o iper preoccupato. Il 2° dito fa da spalla all’alluce, nel senso di “trovo una direzione con a fianco la mia famiglia”.
La direzione è il 3°dito, si chiama trilluce, è lo spazio di libertà che ci si concede. Concedersi uno spazio vuol dire darsi un ordine, anche attraverso il silenzio, l’introversione che aiuta a ritrovarsi e che può assomigliare alla tristezza ma non lo è perché è quella profondità del silenzio che permette di guardarsi dentro per poi avanzare. Tanto è vero che questo dito rappresenta l’energia della sensualità intesa come creatività che permette di fare. Questo terzo dito parla della saggezza di colui che sa già dentro di sé.
Il 4°dito si chiama pondolo ed è legato al lavoro. Se è più gonfio, più piccolo, più corto, più storto, più interno indica un conflitto lavorativo, il fatto che esige rispetto. È il dito della “benevolenza umana”, che vive una situazione di ricompense, nel senso di “io ti do qualcosa ma spero di essere riconosciuto”. E questo va a lavorare proprio a livello dei tendini, dei legamenti e, a livello biologico, parla anche del “boccone” che ci si deve procurare. Tant’è vero che la parola “fegato” in ebraico è “mettere in riserva, in banca, in una situazione da cui poter poi spendere”.
Questo è il 4° dito, che lavora proprio sul fegato, l’area biliare, con la capacità di esprimere la potenza (non la forza che si trova nel 2° dito, nella terra), come quella della fogliolina che emerge dall’asfalto per la sua potenza di espressione.
Il 4° dito è l’energia del bambino da zero a vent’anni, dove il testosterone, gli estrogeni, gli ormoni si attivano per far riconoscere i piaceri e i pericoli. Il fegato è l’organo che lavora su tutti gli ormoni e, se non funziona in modo coerente, produce grandi problematiche a livello articolare, che poi si riflettono nel comportamento. Esso lavora anche sui tic, che hanno a che fare con l’ingiustizia che non si vuol accettare, ciò che genera una rabbia che si scarica attraverso i tic, il rosicchiarsi le unghie. Tutto questo lo vediamo nei piedi attraverso le unghie rigate, soprattutto nell’alluce.
Le linee rigate sull’unghia del piede parlano proprio di un’espressività che non si è riusciti a tirare fuori poiché riguarda proprio l’io.
L’ultimo dito, il mellino, è il più piccolino e ci parla del nostro bisogno di riposo. Le dita non vanno mai guardate singolarmente ma nella relazione con l’altro dito, poiché ci deve sempre essere una compensazione, nella polarità yin-yang, positivo-negativo, maschile-femminile.
Il 5° dito è il dito della volontà, della spietatezza, in caso di eccesso, della paura profonda se si è scarichi. In base al tipo di energia che produciamo e messo da parte, ci serve per dare o togliere energia. È il dito che permette di incontrare la morte, intesa come la notte di quando si va dormire.
Un dito grande o piccolo rispetto alla linea plantare: se grande, indica un eccesso di euforia che può portare anche a picchi di nervosismo o isteria quasi impulsiva, se è più piccolo, parla di una persona gioiosa ma repressa.
Alluce, la nostra identità
L’alluce è il dito delle potenzialità, di quanto abbiamo generato
Se è più corto o più lungo rispetto alle altre dita denota caratteristiche che è importante rilevare correttamente perché una lettura errata può condizionare, dare un’etichetta a una persona e non farle comprendere alcuni comportamenti.
L’alluce con base larga indica un’energia da leader, di una persona che ha la capacità di essere autonoma nelle scelte e che non ha bisogno di qualcun altro.
Se oltre alla base larga l’alluce ha anche la parte superiore ampia questo indica un’abilità nel maneggiare il denaro, non nel senso di diventare ricchi ma di investimento, nel creare posti di lavoro, dare nutrimento agli altri, perché questo fa il cuore, porta l’informazione di coscienza e di valore agli altri.
La base stretta dell’alluce indica capacità lavorativa, una persona che ha tanti sogni materiali ma si costringe a tenerli rinchiusi in un cassetto perché ha paura di non essere all’altezza. Può essere soggetta maggiormente a mal di gola o ad abbassamenti della voce.
L’alluce isolato, tanto sottile da scomparire in un infradito, denota l’incapacità di vivere nel materialismo, è un soggetto tutto idee, con la testa fra le nuvole che vive nel proprio mondo.
È un dito che ha bisogno di calore: uno squilibrio nella sua energia induce il vizio di bere perché l’alcol porta calore dentro, i ragazzi bevono fuori perché non c’è calore a casa.
Poi dipende dalla gradazione alcolica preferita: la birra indica una tristezza che lavora col cuore, il vino bianco, la superficialità, il vino rosso la profondità emotiva; nell’amaro c’è la rabbia del fegato che impedisce di sentire il cuore, mentre l’orientamento verso i superalcolici parla di un cuore congelato.
Possiamo comprendere alcune dimensioni della persona anche in base a come si rapporta con una bibita, se è vero che il cibo riempie un vuoto, l’alcol parla di un’emozione.
La forma del piede può cambiare con noi…
Un cambiamento profondo interiore può influenzare la forma del piede, addirittura, facendo aumentare il numero di piede. Con il lavoro personale, ad esempio, dita ancorate a terra per la difficoltà ad esprimersi, per un’etichetta o per altri motivi si possono modificare completamente.
Con l’età il numero di scarpe può aumentare per via di una maggiore distensione dell’energia dovuta all’intolleranza alle cose che stringono.
I ragazzi usano le scarpe larghe perché non vogliono costrizioni.
Anche un alluce valgo che recidiva è perché non è stato modificato il comportamento che aveva generato la spina irritativa in modo che potesse essere cambiato.
Lavorando con la riflessologia si mettono in ordine i piedi, si liberano le catene muscolari e si riequilibra l’aspetto ormonale.
Un eccesso di stress usa il testosterone, che, se alto, produce stipsi e ansia.
Il Neuroma di Morton
È una metatarsalgia che solitamente interessa la zona tra il 3° e 4° dito del piede, tra il trilluce e il pondolo, dove passa il meridiano della vescica biliare e ha a che fare col sentire un forte senso di ingiustizia. Questo dolore è un insieme di emozioni congestionate, una tristezza non espressa, un lutto profondo non elaborato. Si sviluppa solitamente in presenza di alterazioni emozionali, ma è una compressione del nervo digitale plantare (che passa tra il terzo e il quarto dito), che non riesce a esprimere la sua energia.
Il Neuroma di Morton parla di rabbia, di mancanza di spazio, di libertà, lo può generare anche la paura di parlare in pubblico, un trasloco, che è simile a un lutto. Gli introversi non si danno il diritto di lamentarsi e questo viene da una cattiva alleanza familiare che non ha supportato la persona da piccola pensando più all’umiliazione che alla funzione.
Lavorando su di esso, sotto i 4 mm il Neuroma di Morton può regredire, sopra di essi rimane ma senza dolore.
La riflessologia nei disturbi della menopausa
Se analizziamo la parola menopausa viene fuori l’espressione “più movimento”, ormoni = muoversi. La riflessologia può aiutare ma è interessante capire come era il ciclo mestruale prima.
Da lungo ad anticipato parla dell’energia renale, se corto o abbondante parla dell’energia stomaco, milza e pancreas, se doloroso parla dell’energia del 4° dito, rabbia, che provoca contrazioni nelle ovaie (un rimedio omeopatico che può dare una mano per alleviare e rilassare la muscolatura pelvica è il Cuprum, rame).
Un dito del piede già deviato dalla nascita
È quanto la mamma non è riuscita ad esprimere. Magari ha lavorato fino all’ultimo momento prima di partorire e non è stata riconosciuta dal datore di lavoro per l’energia spirituale importante di cui era portatrice.
La rabbia che porta dentro viene assorbita dal bambino, che probabilmente, nasce con l’ittero o la crosta lattea.
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