Il benessere profondo, il legame tra lo spazio e le emozioni
L’architettura del benessere ha come obiettivo l’equilibrio profondo, la salute, l’energia e la serenità della persona agendo sullo spazio abitativo, o lavorativo.
Partiamo da lontano, dall’uomo primitivo e dai suoi bisogno elementari. Il motivo per cui l’uomo primitivo ad un certo punto decide di rifugiarsi nelle caverne è per assolvere al bisogno primario della sopravvivenza e della sicurezza. Dall’osservazione del comportamento degli gli animali che si rifugiavano nelle tane nel momento del pericolo o nel momento del riposo, ovvero quando il corpo è più “debole”, l’uomo inizia a trovare i primi rifugi privi di comodità ma che gli garantivano protezione e sicurezza.
Nel corso del tempo, con l’evoluzione della specie e il mutamento del contesto sociale in cui si trova a vivere, l’uomo modifica ed aumenta la sua richiesta di soddisfazione dei bisogni.
E’ negli anni ’50 che lo psicologo statunitense Abraham Maslow, teorizza una gerarchia di bisogni umani noti come “piramide di Maslow”. Secondo questa teoria i bisogni sono divisi ed articolati, partendo dal basso, in: fisiologici, di sicurezza, di appartenenza, di stima e di autorealizzazione. I bisogni sono connessi in una scala gerarchica, per cui il passaggio allo stadio successivo può avvenire solo a seguito del soddisfacimento di un bisogno di grado inferiore. Questa catalogazione di bisogni è comune a tutti gli esseri umani, benché ciascun individuo sia unico ed irripetibile.
Ok, ma questo cosa c’entra con la casa? La casa, in quanto espressione del nostro corpo espanso, è il luogo in cui ci si prende cura di sé stessi e dei propri bisogni: la casa è il luogo fisico delle nostre dinamiche interiori. È la nostra tana, proprio come avveniva per l’uomo delle caverne, con alcuni comfort in più.
La cura dello spazio in cui si abita, in cui si vive ci consente di rinnovarci, di rigenerarci e di riappropriarci delle nostre esigenze e di ciò che ci fa stare bene.
Prendersi cura della casa è prendersi cura di noi stessi
Da occidentali razionali non siamo abituati a pensare allo stretto, strettissimo legame tra lo spazio e le emozioni. Siamo abituati a scindere la mente dal corpo e dalle emozioni, come se fossero tre entità distinte e separate. L’architettura del benessere, che io definisco architettura olistica, considera la persona come un tutto unico, inserito inscindibilmente nell’ambiente.
La qualità della vita e del benessere passa attraverso la qualità degli stati d’animo e dello spazio che si abita: la casa è il risultato della percezione dei segnali ambientali, dei fattori geologici del luogo e delle memorie energetiche. Perciò l’obiettivo dell’architettura del benessere diventa progettare, rivedere, riorganizzare uno spazio affinché il corpo accolto in quello spazio si senta disteso e protetto, rilassato; è creare in quell’ambiente le condizioni di fiducia e sicurezza. In tal modo lo spazio sarà capace di sostenere il benessere più profondo di chi lo abita.
La struttura della casa definisce la dinamica con cui riceviamo le informazioni sottili dall’ambiente circostante. L’ambiente invia degli stimoli attraverso elementi concreti dello spazio, che recepiti dai recettori dei cinque sensi, vengono trasformati in sensazioni e percezioni che possono farti sentire tranquillo e a tuo agio o viceversa ti creano una chiusura e contrazione fisica.
Gli elementi sono interni all’abitazione ed esterni ad essa. Per elementi interni si intendono i colori, le forme, i materiali, gli elementi strutturali della stanza, la qualità della temperatura, la qualità dell’illuminazione, la tipologia di arredo, i suoni, gli odori, la tipologia dei tessuti e molto altro. Gli elementi esterni sono il contesto ambientale in cui è inserita l’abitazione (mare, montagna, città, …), gli elementi architettonici/urbanistici di rilievo, la qualità dell’aria, il rumore, i punti energeticamente molto carichi (tipo i nodi di Hartmann), alberi di alto fusto molto vicini alla casa e che entrano in relazione con essa, tralicci dell’alta tensione, antenne della telefonia mobile, e tutto ciò che definisce lo spazio antropizzato nel quale è inserita l’abitazione.
L’insieme di questi elementi interni ed esterni può condizionare la salute e il buon funzionamento dell’organismo e quindi dell’energia personale e quindi dell’energia del conteso familiare e le relazioni del nucleo che abita quella casa, soprattutto se la permanenza nel luogo è continuativa per molte ore.
Prendersi cura della propria casa attraverso una riarmonizzazione derivante dalla consulenza di feng shui e architettura del benessere significa prendersi cura di se stessi. Attraverso la gestione efficace dello spazio abitativo è possibile avere ambienti armoniosi ed equilibrati e comprendere quanto lo spazio scelto per vivere, ti sostenga e ti assomigli!
Articolo scritto da Monica Fraschetti
Seguici su