Ecco alcuni CONSIGLI che possono alleggerire le radiazioni nocive negli ambienti in cui trascorriamo la gran parte del nostro tempo.
Sono tratti dalla diretta-intervista di RigeneraLife a
Andrea Amato, tossicologo ambientale, esperto di vitalità ambienti e acque
Cellulari, router, hotspot, caricabatterie, cordless… tante le onnipresenti fonti di elettromagnetismo artificiale che impattano su di noi e che possono procurarci disordini, psichici, fisici, energetici.
Piccoli accorgimenti possono davvero fare la differenza e restituirci benessere, fisico, ma anche di consapevolezza.
Senza trascurare la possibilità di affidarsi a esperti per una valutazione dettagliata dei campi elettromagnetici nei propri ambienti di vita con l’indicazione dei possibili impatti sulla salute ma soprattutto delle soluzioni personalizzate più efficaci.
Il cellulare non va messo sul comodino. Pur avendo un campo di interferenza non enorme, 80 cm -1 mt, è fortemente sconsigliato avvicinarvi la testa. Le modalità silenziosa e aereo non sono efficaci poiché i cellulari hanno app e funzioni che si aggiornano durante la notte creando frequenze altissime, pur di millisecondi, ma che mandano in tilt il nostro sonno che cerca affannosamente quei 15 minuti di profondità. Rischiamo risvegli frequenti, anche completi, che possono renderci già superattivi di notte, in questo caso abbiamo sicuramente ricevuto una frequenza altissima. Se non possiamo evitare di tenere vicino il cellulare è bene tenerlo a una distanza di almeno un paio di metri lontano dal nostro corpo, senza neanche metterlo in carica poiché anche il caricatore in funzione impatta. La criticità è sempre la vicinanza della testa.
Caricatori, trasformatori sono potenziali fonti di peggioramento della qualità del nostro sonno.
Le ciabatte per le prese nascoste sotto al letto creano un campo elettromagnetico pazzesco, come rilevato dal “body volt” che misura l’elettricità che assorbiamo.
Le ciabatte anche solo collegate e spente originano un campo elettromagnetico, che cresce se sono accese o vi si collega un dispositivo. Vanno tenute lontano dal nostro corpo in ogni caso.
Anche il forno a microonde è fortemente sconsigliato, poiché carica elettromagneticamente ogni cibo e bevanda che, una volta ingerito, causa un’intossicazione capillare. Non c’è soluzione, va evitato.
Nella nostra realtà così caotica, l’onda wi-fi in sé non è tanto impattante, mentre lo è il router che la produce che, in modalità wi fi, ha un campo di 2-3 metri molto intenso. In una camera da letto, nei pressi della scrivania o del divano diventa un grosso problema, gli strumenti che lo rilevano vanno, infatti, al massimo della loro misura.
È pur vero che il router in modalità non wi-fi non crea disturbo. Va usato in modalità ethernet, acceso solo per scaricare dati e spento di notte. Insomma, utilizzato di giorno e con parsimonia.
Lo stesso vale per il cordless: è come avere un ripetitore per i cellulari in casa! A differenza del router, infatti, irradia tutto l’appartamento. La versione eco degli ultimi anni, a bassa emissione, può essere una soluzione, il campo di 80 cm-1 mt che crea non procura grandi fastidi.
Staccare la corrente dal generatore servirebbe molto ma poi… come si fa per il frigorifero?
In fase di ristrutturazione, possono essere usati dispositivi chiamati disgiuntori che staccano la corrente solo nelle stanze dove si dorme.
Il passaggio della corrente elettrica, infatti, può dare problemi. Vi sono disturbi da dirt electricity una delle fonti più pericolose di inquinamento, che, è nella rete elettrica ma può uscire dalle sorgenti, dalla luce, da un monitor, dalla tv, da un impianto hi fi.
Diventa qui utile il disgiuntore.
La funzione hotspot del cellulare usata come router è la peggior soluzione possibile, andrebbe usata solo in emergenza. Crea, infatti, un campo di frequenza breve fortissimo tra noi e il cellulare, il pc assorbe la frequenza, noi fungiamo da ponte. È difficile rimanere concentrati con un campo così forte perché il corpo, sotto aggressione, va nella soglia adrenalinica, che impedisce un pensiero centrato, logico. Mal di testa, tensione agli occhi, stanchezza, compaiono già dopo una mezz’ora. E poi, con l’hotspot si lavora male, non si riesce a mantenere l’attenzione.
Un adattamento utile può essere quello di tenere il cellulare il più lontano possibile, almeno al limite della connessione.
Gli auricolari bluetooth lavorano a una frequenza di ricezione molto alta e li indossiamo vicinissimi alla centralina, per questo, vanno usati solo per necessità e per tempi brevi.
Il vivavoce sarebbe la soluzione migliore. Con filo o senza filo? Sempre preferibile col filo.
contenuti tratti della diretta-intervista di RigeneraLife a
Andrea Amato, tossicologo ambientale, esperto di vitalità ambienti e acque