Biologica dualità: il dentro e il fuori di noi che creano l’unità
di Fabrizio Camilletti, ideatore della Medicina Biologica Emozionale
Se non viviamo la DUALITÀ siamo nella disfunzione.
Nel fisico, abbiamo 2 mani, 2 braccia, 2 gambe, etc, anche il cuore è diviso in due.
Tutto quello che ha a che fare con la comunicazione con l’esterno presuppone la dualità, un processo non mentale ma biologico, fisiologico, indispensabile perché il sistema sia in equilibrio.
La dualità nella relazione è creare fuori di noi quello che è dentro di noi, creare quindi stimoli.
Se sono arrabbiato con le donne e ho una partner con cui arrabbiarmi, la vivo la rabbia. Se non c’è la partner, la rabbia c’è ma non la vedo.
Come posso, indipendentemente da una relazione che posso avere o no, sapere se sono nella dualità, cioè se la vivo?
La vedo da come penso, da come compongo i pensieri. Se riesco a vedere le cose che faccio sia da dentro che da fuori, come se una parte la facessi io e l’altra l’ambiente, e che al di là del mio pensiero, ce n’è un altro che può portare una visione diversa, allora esprimo la mia dualità e faccio vivere il mio stato di relazione.
Se dico “ecco le cose le devo fare sempre io…” nel vittimismo, attivo solo un lobo cerebrale riducendo l’altro nella funzione.
Se chiudo un occhio, l’altro guarda per tutti e due.
Cominciamo a pensare e ad agire guardando da dentro e da fuori.
Consideriamo che vicino al nostro pensiero ce n’è anche un altro.
Qui possiamo già pensare che stiamo usando tutti e due i lobi cerebrali e possiamo arrivare a risultati di grande soddisfazione. Può essere semplice trovare un modo, ma dobbiamo esercitarci.
Se l’IO non ha un modo di confrontarsi si perde. In questo modo non facciamo esistere l’ambiente intorno a noi e i processi si attivano in maniera disorganica.
Cominciamo a farci questa domanda: Sono nella relazione? Sono nella modalità relazione?
Questo non va legato al fatto di avere o no accanto un partner ma all’essere noi in questa possibilità.
Anche se abbiamo un partner non significa che riusciamo a vivere questa dimensione!
Questo serve a dare più forza alla parte dell’”ambiente” costituita dai pensieri.
Non devo guardare solo ciò che penso ma come penso, come ragiono, come strutturo il mio pensiero, soprattutto.
Se vedo solo una possibilità sto usando un solo lobo cerebrale (ma proprio perché non vedo una soluzione, devo per forza guardare verso l’esterno). Come se cercassi di fare con una mano qualcosa dove servono entrambe le mani.
Il passaggio dalla dualità è vivere l’unità, che è l’elemento più importante per il nostro equilibrio.
Quando siamo uniti con noi stessi, siamo già nella relazione e in grado di utilizzare, vivere e trasformare l’ambiente intorno a noi.
di Fabrizio Camilletti, ideatore della Medicina Biologica Emozionale