Con “chi” andiamo in vacanza?
Consigli speciali, anche per il rientro
estratto della diretta con Elena Dragotto
Counselor supervisor, dottore in Psicologia e Formatrice
Siamo convinti che in vacanza riusciamo a essere finalmente noi stessi. Non è così. Lo siamo sempre! È solo che in vacanza rincontriamo i nostri “sé rinnegati”.
Spesso vanno in vacanza le parti di noi con cui ci identifichiamo tutto l’anno, quelle che ci portano al lavoro, che ci fanno star dietro gli impegni, etc.
Ci portano, invece, in vacanza quelle che tendiamo a non considerare durante l’anno, probabilmente quelle più simpatiche, più divertenti. Vengono fuori in questo contesto quelle parti più rilassate, creative, che guardano il mondo col naso all’insù, a cui non diamo la parola nel resto dell’anno e che lasciamo “in cantina” giudicandole come “pericolose”. I sé rinnegati, appunto!
Siamo sempre noi! È solo questione di scelta. Guarda caso, in vacanza, uno dei nostri sé più gettonati è l’Afrodite, a cui si riferisce la famosa prova costume, al desiderio di essere seducenti, sensuali. È quella parte di noi messa a tacere per il resto dell’anno, a cui non potevamo dare spazio impegnati a identificarci con le parti di noi che ci portavano a essere seri, responsabili, gentili, affidabili, ai cui occhi l’aspetto Afrodite risultava minaccioso.
E questo vale non solo per i belli ma per tutti.
Cosa troverai in questo articolo:
Vediamo negli altri i nostri sé “in cantina”
La vacanza diventa l’ora d’aria per i sé tenuti in cantina, che però giudichiamo sia in noi che negli altri come inadeguati perché sentiti come un pericolo.
Il sé che mi porta al lavoro tutti i giorni giudica male l’Afrodite nella collega o nel collega di lavoro (vale anche per gli uomini) perché non “ci si atteggia in quel mondo sensuale in un luogo di lavoro!” Cosa sto facendo? Sto giudicando me, in primis, attraverso gli altri.
I nostri sé responsabili ci danno un’amnistia temporanea in vacanza perché non c’è in gioco nulla di importante, le persone che incontreremo non le rivedremo più probabilmente. La parte bambina in noi che ha bisogno di esser amata può stare tranquilla perché al rientro ritorneranno i sé soliti, quelli che hanno mollato per un po’. Questi “sé primari” sono quelli in cui ci identifichiamo normalmente e che ci portano in automatico nella vita. Sono loro a darci il permesso di vivere i nostri sé rinnegati, come a dire: divertitevi per ora perché poi si torna a regime!
Non si può parlare di vero sé, siamo sempre noi. È solo un a questione di darsi il permesso.
Possiamo anche andare in vacanza con i sé primari, quelli responsabili, infatti, non sempre in vacanza vengono fuori le nostre parti festaiole, il monaco in noi che si scatena nella movida…
Sindrome da rientro?
Non esiste! Il cambiamento di abitudini è solo una parte, il disagio dipende semplicemente dal fatto che sentiamo la disperazione dei sé a cui abbiamo dato il permesso di esprimersi in vacanza che devono tornare in cantina fino a quando concederemo loro un nuovo spazio.
Siamo noi a sceglierlo, non c’entrano gli altri!
Si tratta di riflettere: a quali parti di me ho dato spazio e che non considero solitamente, magari la parte festaiola? La cosa importante da fare è: come posso dare spazio a queste parti di me sempre, quale potrebbe essere il loro dono nella mia vita, come la leggerezza, la propensione a incontrare gli altri? Non si tratta di rifare quello che si faceva in vacanza, ma anche solo frequentare, ad esempio, un corso di ballo una volta alla settimana…
In ciò che chiamano sindrome da rientro ci sono quei sé che si sono divertiti per un certo tempo che devono entrare a capo chino in una botola per uscire alla prossima vacanza. E che poi bussano attraverso l’altro: nel risentimento che proviamo per il collega che si affretta a uscire dall’ufficio per andare alla lezione di ballo, ad esempio. Stiamo giudicando quella parte di noi che vorrebbe fare lo stesso!
Dobbiamo chiederci: come posso dare spazio nella mia vita solita ai sé che emergono in vacanza? Come essi potrebbero arricchire la mia vita, colmare le mancanze che sento?
La soluzione è far loro spazio e prendere il dono. Altrimenti dall’esaltazione della vacanza cadremo sempre nella disperazione da rientro. Le tragedie le facciamo noi!
Se si litiga…
Questo può accadere in una coppia o in gruppo. Non si può andare in vacanza con tutti, a volte persino con l’amica più cara può diventare insopportabile, con lei puoi fare di tutto meno che questo!
Ci si attrae negli opposti. L’amica potrebbe rispecchiare il sé rinnegato, quello che si giudica normalmente. Anche qui c’è la scelta: prendere l’occasione per ampliarsi e migliorarsi tramite lo specchio dell’altro, oppure andare in vacanza tranquillamente da soli?
Con il sé rinnegato può trovare una giusta espressione anche il sé disciplinato, la cui cooperazione equilibrata consente di gestire al meglio la vacanza.
Quando conosciamo le polarità possiamo scegliere altrimenti viviamo di automatismi.
Coppia in relax: la prova del 9
Durante l’anno riempiamo lo spazio tra noi e l’altro (il partner) di cose da fare, non siamo realmente in connessione con l’altro, magari siamo anche genitori con le giornate piene di impegni.
In vacanza, però, si apre un tempo dell’Essere, un vuoto, uno spazio tra i due partner non riempito dal fare, dove possono anche arrivare dolori. È il caso di farsi domande scomode: ho una relazione con te? Mi interessa stare con te? Poiché non ci sono cose da fare per riempire lo spazio, può essere utile prendere l’occasione per rispondere a questo tipo di interrogativi, spesso altamente destabilizzante.
La vacanza può diventare dolorosa per una coppia, così come è accaduto durante il periodo del lockdown in cui alcune coppie si sono ritrovate, hanno ravvivato il loro rapporto, mentre altre si sono guardate nella loro verità e si sono separate.
Siamo terrorizzati dal vuoto, non facciamo altro che riempire gli spazi tra noi e gli altri diventando vere e proprie macchine da guerra in fatto di impegni.
La vacanza da soli
È una scelta, ma se cado nella trappola del vittimismo “sono sfortunato e non ho nessuno con chi andare in vacanza!” divento poco attrattivo. Siate consapevoli con quale sé andate in giro!
estratto della diretta con Elena Dragotto
Counselor supervisor, dottore in Psicologia e Formatrice