Domanda
Vivo tutto con ansia, mi sento in preda a qualcosa che non riesco a gestire… vorrei conoscere il significato di questo disturbo così persistente e soprattutto se posso fare qualcosa per stare meglio – Angela
Risposta di Fabrizio Camilletti, operatore e docente di Medicina Biologica Emozionale
Lo stato d’ansia potremmo definirlo la “malattia” del secolo.
L’”ansia” porta alla mancanza d’aria, ma abbiamo troppa aria e poco movimento, dovremmo agire e non agiamo, per la paura di agire.
Bio-logicamente, l’ansia serve per fermarci, per proteggerci dal pericolo dell’agire, ma noi non la viviamo come tale ma come il sentirci trattenuti.
Da qui nasce quella che noi conosciamo come ansia in cui, da una parte siamo bloccati, dall’altra siamo spinti ad agire, incameriamo aria senza che ce ne accorgiamo fino ad arrivare alla crisi di panico. In questo caso, ove possibile, possiamo aiutarci muovendoci, facendo qualcosa.
Nell’ansia da prestazione è come se dovessimo dimostrare qualcosa, è come aver paura, lo stato di ansia avverte che non siamo presenti a quello che stiamo vivendo, altera la connessione con noi stessi perché attiva la simpaticotonia che non porta nell’unione.
Nulla di negativo, tutto ha un senso, è l’utilizzo che fa la differenza.
Se c’è il sintomo, c’è la soluzione. Per gestire l’ansia è necessario imparare a usarla.
Il suggerimento è di spostare l’ansia nell’azione. E lavorare per rimuovere l’ostacolo al fluire, facendoci amica la mente parlandole in chiave biologica, cioè “mostrando” ad essa.
Le malattie sono espressioni del corpo, diventano tali quando sfuggono dal controllo e non ne diamo una lettura più ampia sul piano emozionale, utilizzandole, proprio come l’ansia….
articolo scritto da Fabrizio Camilletti,
ideatore della Medicina Biologica Emozionale